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La 25ª ora

Regia di Spike Lee vedi scheda film

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Lord Holy

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La recensione su La 25ª ora

di Lord Holy
10 stelle

Consigliato fermamente, da vedere almeno una volta nella vita. Un film tragico, duro e crudo, tetro e cupo, talora davvero toccante. Mi ha lasciato una malinconica e sconcertante tristezza nel profondo del cuore, di quelle che mai mi sarei immaginato di trovarvi in una maniera così incisiva. Tratto dal romanzo omonimo di David Benioff, che ha curato pure la sceneggiatura, si può ascrivere di certo fra quelle pellicole "impegnate", riflessive, dal ritmo necessariamente blando ma dalle tematiche "forti", orientate a promuovere dibattiti interiori, sia nelle singole persone che nelle comunità nel loro insieme.

La storia si focalizza in realtà su pochi momenti soltanto, significativi senza dubbio, ma la dilatazione dei quali è probabilmente all'origine della noia che taluni hanno accusato di aver sofferto. In effetti non è il mio caso, tuttavia riconosco che alcuni punti potrebbero essere migliorabili. Ritornerò in seguito sull'argomento.

La mia attenzione e il mio coinvolgimento non sono mai venuti meno, infatti, soprattutto per merito del cast. Superfluo menzionare Edward Norton, che interpreta il ruolo principale di Monty Brogan. Elogiato in ogni dove, merita pienamente i complimenti. Memorabile. A mio avviso sono però degni di nota pure Barry Pepper e Brian Cox, rispettivamente nelle parti dell'amico Francis Slaugherty e del padre James Brogan del protagonista. Mi hanno piacevolmente strabiliato. Brava anche Rosario Dawson come Naturelle Riviera, personaggio non facile ma adatto a lei.

Esprimo invece il mio rammarico per quanto riguarda Philip Seymour Hoffman e Anna Paquin, impegnati in una trama secondaria che vede coinvolti Jacob Elinsky (l'altro amico di Monty) e Mary D'Annunzio. Non dico affatto che loro non si siano rivelati capaci, anzi. Hanno restituito tutto il possibile. Il problema è che tale intreccio risulta alquanto superfluo rispetto al suo contesto, distogliendo l'interesse e rubando la scena a ciò che davvero conta. Pertanto è comprensibile che vi sia chi ne abbia persino tratto una certa dose di "fastidio" e irritazione, in alcune sequenze. Ecco, su questo fronte si sarebbe potuto intervenire.

Per il resto, mi è sembrato mantenere in toto le promesse, appagando interamente le mie aspettative. Raccomando solo attenzione durante il celebre monologo allo specchio, di soffermarsi soprattutto sull'ultima sua frase, che conferisce il giusto senso alle parole che la precedono, altrimenti facilmente travisabili nel loro vero significato, se assimilate con superficialità.

Un ultimo appunto sul finale mi concedo: la maggior parte delle persone forse ritiene che sia inesorabile nella sua inclemenza. Non so se esista un'interpretazione corretta, però confesso che mi è sempre piaciuto vedervi uno spiraglio, la forza di un messaggio che deve esistere e che così bene è riassunto nel titolo, una volta tanto lasciato inalterato (per fortuna!) nella traduzione italiana. Non rappresenta una certezza, ma solo un barlume di flebile speranza. Tanto mi basta. C'è mancato poco che non succedesse mai...

Sulla trama

Monty Brogan (nome scelto dalla madre, fan di Montgomery Clift) vive a New York insieme alla fidanzata portoricana Naturelle e al cane Doyle. Si mantiene spacciando droga per conto di Nikolai, boss locale della mafia russa. In seguito a una soffiata, però, viene arrestato dalla polizia. Il padre James, vigile del fuoco in pensione, impegna il suo bar per pagargli la cauzione, restituendogli un ulteriore mese di libertà in attesa della formale condanna, essendo il figlio incensurato. Di questa ultima concessione, assisteremo soltanto al giorno antecedente la sua effettiva conduzione in carcere, dove infine dovrà scontare una pena di ben sette anni. Ecco allora in 24 ore il suo estremo saluto e congedo dalla famiglia e dai suoi due più cari amici, l'agente di borsa Francis Slaugherty e l'insegnante ebreo Jacob Elinsky.

Sulla colonna sonora

Struggenti le musiche di Terence Blanchard. Riuscito in particolare, per la sua efficacia, il tema principale: ogni qualvolta si ripresenta durante la visione, suscita una lancinante malinconia nel profondo del cuore. In aggiunta, la colonna sonora vanta alcuni contributi, di canzoni più o meno note, da parte di altri artisti.

Cosa cambierei

La sotto-trama della studentessa e del professore. Così com'è, nulla aggiunge di rilevante al film. Andrebbe riformulata (e ridimensionata) oppure totalmente tagliata.

Su Spike Lee

Questa volta è particolarmente ispirato. Firma quello che è oggettivamente il suo miglior film.

Su Edward Norton

Immenso Monty Brogan, il vero pilastro portante dell'intera opera. Non dubitavo affatto che si sarebbe dimostrato all'altezza dell'importante compito assegnatogli e così è stato, ovviamente. Sempre notevole.

Su Philip Seymour Hoffman

Solo discreto il suo Jacob Elinsky, perché è limitato dal personaggio in sé.

Su Barry Pepper

Ottimo Francis Slaugherty, mi ha sorpreso in positivo. Mai visto convincente a tal punto.

Su Rosario Dawson

Buona interpretazione di una spontanea e credibile Naturelle Riviera.

Su Anna Paquin

Discreta Mary D'Annunzio, perfettamente calata nella parte.

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