Regia di Alan Parker vedi scheda film
David Gale (Spacey), uno stimato professore universitario di filosofia, finisce nel braccio della morte del carcere texano di Huntsville. Sulla sua testa gravano le accuse di stupro e omicidio. Nell'attesa dell'esecuzione capitale, l'uomo rilascia un'ultima intervista a una giornalista (Winslet) della quale si fida e a cui racconta la sua verità, rievocando l'impegno per la causa contro la pena di morte e le disgrazie familiari. Colpi di scena in sottofinale e sull'ultima inquadratura non possono essere raccontati.
Alan Parker racconta una storia vera come fosse un thriller: e infatti la suspence abbonda, i flashback sono montati alla perfezione e il messaggio sembra arrivare forte e chiaro, alla stregua di film come Dead man walking e Fino a prova contraria. Funziona assai meno la satira sul ruolo dei media, assolutamente corriva, e la scelta del cast, con Spacey fastidiosamente ammiccante, la Winslet nei consueti panni da isterica e un bamboccione inespressivo come Chris Warner a rivestire il ruolo di un apprendista giornalista mezzo rintronato.
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