Regia di Spike Jonze vedi scheda film
Si comincia sul set di Essere John Malkovich, segue un compendio di storia della vita sulla terra, quindi si passa alle crisi ispirative di Charlie Kaufman. Probabilmente ogni autore di cinema sogna di realizzare prima o poi il suo personale Otto e mezzo, dove riuscire a raccontare i propri casini con il lavoro e con le donne senza sentirsi legato a una forma compiuta. Qui il gioco regge per un po’ (molto divertenti i siparietti con il fratello mezzo scemo, che però ha successo sia con le donne sia con le sceneggiature), ma alla lunga stanca; e il finale incongruamente movimentato, anche se è un’ironica citazione delle convenzioni hollywoodiane, stona proprio. Non so perché, ma i copioni di Kaufman funzionano meglio quando non vengono messi in scena da Spike Jonze.
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