Regia di George Clooney vedi scheda film
All’epoca della guerra fredda un presentatore contribuisce fattivamente al sorgere della tv spazzatura e a tempo perso compie mirabolanti gesta (immaginarie, non credo si possano avere dubbi sulla sua mitomania) per conto della CIA. Il film ha un’aria bizzarra che all’inizio lascia perplessi, ma piano piano avvince: in apparenza il tono è leggero e su di giri (grazie soprattutto all’allegria sprizzata da Drew Barrymore), poi vengono fuori le miserie di una società basata sulla gestione della paranoia collettiva (l’agente arruolatore sa anche con quale mano Rockwell si masturba) e si possono contemplare le macerie che restano del sogno americano (tristissima l’interpretazione di Can’t help falling in love a opera di un imitatore di Elvis). Clooney, esordiente alla regia, dimostra di avere idee non banali, ma forse il merito maggiore è dello sceneggiatore Charlie Kaufman: dal suo punto di vista, il film può essere considerato la prova generale di Se mi lasci ti cancello.
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