Regia di George Clooney vedi scheda film
Potrebbe essere un romanzo alla Frederick Forsythe o alla John Le Carré, e invece è - pare - una storia vera. George Clooney, all'esordio nella regia, la gestisce con sapienza narrativa ed artistica, avendo in mente, secondo me, film come "Larry Flint", "Quiz Show" e "Auto Focus", film incentrati su personaggi del mondo dello spettacolo, ma la cui vita ha avuto un'eco che va oltre la loro sfera di competenza. Sa dare la giusta importanza alla vicenda spionistica, così come alla vicenda privata e ai successi professionali del protagonista, confezionando uno spettacolo riuscito sotto ogni punto di vista. Certo, Clooney non è Kubrick, né vuole esserlo (e sarebbe troppo chiederglielo), ma sa gestire uno spettacolo intelligente e ben fatto, senza cadere nel melenso o nel fracassone come pochi registi hollywoodiani. È discreto nel riservarsi un ruolo collaterale e sa lasciare il giusto spazio ai suoi protagonisti, un polimorfo Sam Rockwell, un'irresistibile e cicciottella Drew Barrymore e una Julia Roberts che per una volta non è ridotta a presenza puramente decorativa. Si rivede con piacere anche Rutger Hauer, in una parte collaterale ma comunque in una produzione degna della sua fama e del suo talento.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta