Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
"Solaris" (1972) di Tarkovskij è uno di quei film di cui dovrebbe essere vietato dalla legge fare un remake. Il sopravvalutato Soderbergh, invece, ci prova e batte una sonora musata. Anche il film russo scontava una certa lentezza, dovuta sia alla trama, influenzata molto più dagli intenti filosofici che dall’azione drammatica, sia al carattere riflessivo dello stesso Tarkovskij e del suo cinema. Però, dove lì c’era sostanza, per l’appunto, filosofica, produttiva di un alone di fascino che circonda il film russo a distanza di trentacinque anni, nel film di Soderbergh c’è noia e una sensazione di vuoto spinto che non riescono a colmare né la rivelazione finale ad opera di Rheya né la fugace scena di nudo di George Clooney che avrà attirato (e deluso) diverse fan di sesso femminile.
In questo film totalmente sbagliato non convincono neppure gli interpreti: né Clooney che, specialmente nella prima parte sembra un po’ troppo no martini no party e un po’ trooppo nespresso what else, né una Natascha McElhone dal fascino impercettibile e dalla recitazione impalpabile. (18 gennaio 2008)
Chiamato da un amico astronauta sulla stazione orbitale Solaris, lo psicologo Chris Kelvin, vedovo in seguito al suicidio della moglie Rheya, vi si reca e vi trova soltanto altri due astronauti, che presentano uno strano comportamento, a seguito di alcune visioni, assai simili alla realtà, generate dallo stesso satellite artificiale.
Improponibile a qualsiasi livello.
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