Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Più maturo dei precedenti film (secondo me acerbi), ma ancora non al livello dei grandi film successivi. Secondo me è un'opera a corrente alterna, un po' discontinua. Certi passi (dialoghi, sfoghi...) hanno un chiaro significato e colgono nel segno, mettendo il dito proprio dove fa male o su quello che pochi hanno il coraggio di dire. Altre sequenze mi risultano invece ermetiche, confuse o indecifrabili. Mi è piaciuta la satira della critica cinematografica spocchiosa e intellettuale di sinistra, quella che si riempie la bocca di allocuzioni come gente comune, problemi reali delle persone, attori presi dalla strada, improvvisazione, cinema spontaneo, ma produce in realtà solo astrazione, schemi ideologici e cinema cervellotico. Indovinata ho trovato anche la satira delle neonate televisioni private. Mi è piaciuto anche lo sfogo del protagonista contro il pressapochismo dei proiezionisti dei cinema e la manipolazione del formato dell'immagine: "io studio tanto un inquadratura, poi faccio un primo piano, ed ecco che quelli cambiano il formato e mi tagliano fuori la fronte e il mento". Lamentela da girare così come sta ai distributori video e TV moderni, che con i formati fanno i giochi di prestigio.
Ho apprezzato in generale il ritratto del sottobosco di aspiranti registi che assillano il protagonista per intrufolarsi in qualche modo nell'ambiente, armati di molte ambizioni ma poco talento: una serie di individui velleitari e patetici, in cerca di un briciolo di notorierà da raggiungersi a tutti i costi. Memorabile a questo proposito il personaggio del regista fallito e frustrato interpretato da Alessandro Haber.
Ciò che secondo me è sempre da apprezzare di Moretti è il suo essere di sinistra in modo fuori dagli schemi, di porsi i problemi, di essere critico, e persino di dissentire su certi argomenti intoccabili di quest'area politica.
Per il resto troviamo alcuni elementi costanti nei film di Nanni Moretti: il telefono e le telefonate problematiche, i dolci, il rapporto con i genitori (qui manca la sorella), i seccatori che assillano, gli intellettuali compiaciuti e vacui.
Non perfetto, come dicevo, ma comunque da vedere, perché i passi riusciti sono riusciti. PS: il regista si conferma assolutamente stonato quando canta, e mi chiedo perché nei suoi film l'abbia fatto diverse volte.
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