Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Il regista romano Michele Apicella (Moretti) sta preparando un film intitolato 'La mamma di Freud'. Critica e pubblico sono pronti a sbranarlo mentre gli epigoni del suo lavoro vorrebbero rubargli la scena anche in televisione.
Si potrebbe raccontare così e in altri mille modi questo film sul film, opera terza di Nanni Moretti, geniale quanto grottesca e stravagante, piena di momenti memorabili che hanno fatto la storia del cinema, dalle esagerazioni del protagonista alle stripes del pastore abruzzese, il bracciante lucano e la casalinga di Treviso, fino al "pubblico di merda" urlato durante una trasmissione televisiva trash, ai manichini usati nelle sale cinematografiche per fronteggiare la crisi e a una dimostrazione pro-Vietnam che si trasforma in un musical. Il Moretti-pensiero - che non risparmia nessuno, dai dibattiti cinematografici ai coetanei, alla psicoanalisi (svenduta su una bancarella in una delle scene più esilaranti del film) ai giochi televisivi - è qui concentrato in una sorta di invettiva di sincerità disarmante, che mette a nudo, anche attraverso l'espediente narrativo del sogno, paure, speranze e angosce di un regista che ama profondamente il cinema.
Da notare i cammei del sociologo Alberto Abruzzese, del critico cinematografico Tatti Sanguineti e dello scrittore Giampiero Mughini.
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