Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
« Ma petite chérie, le temps n’existe pas, tu verras. C’est un présent perpétuel ». « Vedrai, piccolina mia, il tempo non esiste. E’ un perpetuo presente ». Ritengo che questa frase, pronunciata nel finale dal personaggio chiave del film, ne contenga la spiegazione. Un giustificabile delitto è stato commesso negli anni del collaborazionismo. Chi lo ha perpetrato è riuscito a farsi assolvere, ma non ha dimenticato. Ha vissuto giorno dopo giorno un’intera vita con questo intimo segreto. Quarant’anni dopo, viene consumato un altro e non meno giustificabile delitto. Il presente sembra non passare mai. Per me, « La fleur du mal » è una delle migliori opere di Claude Chabrol. Si respira un’aria di segreti familiari tremendi, la tensione sale senza sosta, ma esplode solo nel finale, un finale cinico e crudele, ma liberatorio. Da questo punto di vista, ci si sente vicini alle soluzioni narrative di altri capolavori del Maestro, come « Ucciderò un uomo » (1969) e « Il buio nella mente » (1995). Come sempre accade nei film di Claude Chabrol, la descrizione dell’ambiente provinciale francese e della famiglia di notabili della cittadina è splendida e sarcastica. Nathalie Baye è perfetta nel comporre il ruolo della candidata sindaco, matura e intraprendente, donna moderna, ambiziosa e consapovole del dramma che mescola crudelmente la sua vita privata con il suo impegno civile. Altrettanto impeccabili Bernard Le Coq nel ruolo dell’infido marito e Benoît Magimel, al quale Chabrol ricorrerà infatti altre due volte, con « La damigella d’onore » l’anno successivo e « L’innocenza del peccato » nel 2007. La perla del film viene però offerta dalla strabiliante interpretazione di Suzanne Flon, il personaggio chiave di cui sopra. L’intera trama grava sulle sue stanche spalle e l’attrice la sopporta con una recitazione di raro livello artistico. Voce flebile ma grave, sguardo acceso, sentimenti di una autenticità disarmante. Diva fin dagli anni ’40, sarà ancora al fianco di Claude Chabrol e Benoît Magimel nel 2004 con « La damigella d’onore », per poi spegnersi a Parigi nel 2005. Contribuisce significativamente a fare di questo film un capolavoro.
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