Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Ritratto di famiglia 'borghesemente' colpevole: è una combinazione fra ambiente e status sociale che determina l'innocenza (o meno) delle persone? Chabrol descrive, non indaga - e questo può essere già un limite del lavoro; le tinte fosche comunque ben si adattano a questo quadretto di una famiglia disunita, eterogenea eppure i cui elementi sono tutti accomunati da un fil rouge: la colpa. E' un male che fiorisce nel prosieguo della stirpe degli Charpin, che ne accompagna la discendenza fino a chiudere il cerchio nell'assassinio - involontario questa volta, ma sostanzialmente preterintenzionale - compiuto da Michèle (la bellissima Doutey), ovverosia la terza generazione. E la colpa, come è in un certo senso giusto che sia (era rimasta impunita quella di mezzo secolo prima), ricade sulla nonna. Moralmente non si salva nessuno, nei fatti l'innocenza trionfa: un bel misfatto. Scritto da Chabrol e due donne (Eliacheff e Lambrichs), effettivamente predilige i personaggi femminili. 6/10.
Una candidata alle elezioni comunali viene accusata di non essere integerrima; nel frattempo suo figlio ha una relazione con la sorellastra e la nonna si scopre essere autrice di un delitto sconvolgente (quello di suo padre, collaborazionista nazista) ai tempi della seconda guerra mondiale. Un altro cadavere è in arrivo.
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