Una donna viene assolta, nonostante la sua colpevolezza, alla fine della Seconda guerra mondiale: è questo lo spunto di partenza per seguire le peripezie degli Charpin-Vasseur, esponenti di spicco della borghesia di Bordeaux. La loro storia è segnata da una serie di morti misteriose, come se la colpa fosse una tara ereditaria che si trasmette di generazione in generazione. Un crimine commesso nel passato, e non espiato, può dunque avere ripercussioni sui discendenti...
Note
Quieta, educata e agghiacciante, la pellicola di Chabrol è la versione stilizzata, asciugata, serenamente e atrocemente pessimistica di tante altre vicende di famiglie, destini e province raccontate dal maestro francese. Non c'è più bisogno di intrusioni esterne che vengano a turbare malsani equilibri, né di diseredati che scompaginino armonie borghesi. I "corvi" anonimi sono quelli che ci si è allevati in seno: bastano cinque personaggi che riassumono tre generazioni, e quel tempo profetico che si ripete sempre uguale a se stesso e che si snoda senza soluzione di continuità davanti agli occhi della decana zia Line (la vera protagonista del film: l'esile, dolcissima e volitiva Suzanne Flon, una grande interprete del passato). Chabrol è arrivato al cuore del suo mondo e del suo stile: niente colpi bassi, il malessere è intessuto nelle tappezzerie di casa e negli abiti "bon ton" degli Charpin-Vasseur; prende corpo dal giardino curato e dall'aria tersa, chiuso nella consapevolezza inossidabile degli occhi di Line.
VOTO : 6++ Un film discreto dove tutto succede nel finale dopo una lenta e un pochino noiosa costruzione di una situazione familiare complessa. Per quanto elegante non mi sembra un film da ricordare.
sinceramente mi aspettavo un film più diabolico… ma tutto sommato sono rimasto contento… la vecchia zia è la cosa più bella del film… di una simpatia assurda!
I fiori del male era una raccolta di poesie del maledetto Charles Baudelaire e solo il più perfido osservatore della borghesia francese poteva girare un film così, prendendo in prestito quel titolo tanto evocativo quanto affascinante. Claude Chabrol sa di cosa parla e ci sguazza in questo mondo in cui l’ipocrisia ha preso il posto della sincerità con una disinvoltura… leggi tutto
Ritratto di famiglia 'borghesemente' colpevole: è una combinazione fra ambiente e status sociale che determina l'innocenza (o meno) delle persone? Chabrol descrive, non indaga - e questo può essere già un limite del lavoro; le tinte fosche comunque ben si adattano a questo quadretto di una famiglia disunita, eterogenea eppure i cui elementi sono tutti accomunati da un fil… leggi tutto
Sono un estimatore di Chabrol ma stavolta il film è deludente. L'ambientazione è da cliché. Il trattamento piuttosto banale. La sceneggiatura è rugginosa e anche i dialoghi stavolta scricchiolano ("Vedete, vivendo in america ho capito che gli americani venerano due cose: Dio e i soldi"). Chabrol dice che voleva rifare la tragedia greca? Beh, non basta replicare il meccanismo della tragedia… leggi tutto
Di Chabrol sono sicuro di aver visto qualche pellicola decine di anni fa ma scorrendo la sua filmografia mi viene alla mente ben poco. E allora è solo per sentito dire che lo considero da…
Il grande Chabrol torna sui suoi passi. E ci regala un'altra variazione sul tema della borghesia medio-alta coi suoi altarini più o meno nascosti. Mette molta carne al fuoco il regista francese: gli incroci di due famiglie, il dibattito politico contemporaneo, un amore giovanile negato, sospetti e tradimenti, segreti e rancori. Il film procede sornione fino alla svolta finale, coi nodi…
« Ma petite chérie, le temps n’existe pas, tu verras. C’est un présent perpétuel ». « Vedrai, piccolina mia, il tempo non esiste. E’ un perpetuo presente ». Ritengo che questa frase, pronunciata nel finale dal personaggio chiave del film, ne contenga la spiegazione. Un giustificabile delitto è stato commesso negli anni del collaborazionismo. Chi lo ha perpetrato è riuscito a…
I fiori del male era una raccolta di poesie del maledetto Charles Baudelaire e solo il più perfido osservatore della borghesia francese poteva girare un film così, prendendo in prestito quel titolo tanto evocativo quanto affascinante. Claude Chabrol sa di cosa parla e ci sguazza in questo mondo in cui l’ipocrisia ha preso il posto della sincerità con una disinvoltura…
Ritratto di famiglia 'borghesemente' colpevole: è una combinazione fra ambiente e status sociale che determina l'innocenza (o meno) delle persone? Chabrol descrive, non indaga - e questo può essere già un limite del lavoro; le tinte fosche comunque ben si adattano a questo quadretto di una famiglia disunita, eterogenea eppure i cui elementi sono tutti accomunati da un fil…
Raccontando i film di Chabrol è inevitabile ripetersi: riecco dunque la solita famiglia della buona borghesia di provincia che assiste al riemergere dei propri fantasmi del passato e cerca un modo per affrontarli. I toni sono forti, da tragedia greca (si sfiora l’incesto); rimane impresso soprattutto il finale affidato alla vecchietta Suzanne Flon, soave solo in apparenza. Le buone…
Vite apparentemente normali, persone ordinarie, tutto scorre all'insegna della tranquillità. Ma la macchina da presa indaga, la storia fa il suo corso e appaiono le prime ombre: è il passato che chiama. Scomode…
Sono un estimatore di Chabrol ma stavolta il film è deludente. L'ambientazione è da cliché. Il trattamento piuttosto banale. La sceneggiatura è rugginosa e anche i dialoghi stavolta scricchiolano ("Vedete, vivendo in america ho capito che gli americani venerano due cose: Dio e i soldi"). Chabrol dice che voleva rifare la tragedia greca? Beh, non basta replicare il meccanismo della tragedia…
Se uno non conoscesse da chi è diretto capirebbe subito che è di Chabrol:film sinuoso,lento ma che ti avvolge lentamente nella descrizione della quieta provincia francese dove sembra che non succeda mai niente e invece....La vicenda è solo una scusa per mettere sotto il sole il marciume nascosto(esemplificativo l'omicidio all'inizio del film,colpa mai espiata)riuscendo a far capire che la…
Buona la regia, bravi gli attori, ben scritte le parti e i dialoghi, purtroppo la protagonista è una sola: la noia. Niente in sto film mi appassiona, nulla; le vicende mi lasciano indifferente, il passato e il presente dei protagonisti mi stufa e annoia. Colpetto di scena alla fine per ravvivare, sai che roba. Non è che bisogna dire bello solo perché c'è Chabrol…La critica l'ha fatto, il…
I misteri degli Charpin Vasseur. Strani amori e vecchie passioni irrisolte, sono causa di due omicidi a distanza di un cinquantennio. “L’assassino”, sempre la stesso? I misteri sono altri e si nascondono tra le pieghe di vite inquiete, tormentate ma che vorrebbero apparire tranquille.Una giovane coppia al centro dell’intrigo familiare di questo film, ma la vecchia zia finisce per…
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Commenti (8) vedi tutti
Trama superficiale. Dialoghi pessimi. Interpretazione ancora peggio. Ti chiedi quale sia il senso di questo film.
commento di massi1989Il solito film francese palloso!
commento di slim spaccabeccoil tempo non esiste, c'è un unico presente perpetuo.
commento di swingeasyVOTO : 6++ Un film discreto dove tutto succede nel finale dopo una lenta e un pochino noiosa costruzione di una situazione familiare complessa. Per quanto elegante non mi sembra un film da ricordare.
commento di supadanysinceramente mi aspettavo un film più diabolico… ma tutto sommato sono rimasto contento… la vecchia zia è la cosa più bella del film… di una simpatia assurda!
commento di columbiatristarchabrol colpisce bene la fragilita' della borghesia francese.
commento di IVANSELVAChabrol! Ed eccoci quà.
commento di TotoroChabrol! Ed eccoci quà.
commento di Totoro