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Un boss sotto stress

Regia di Harold Ramis vedi scheda film

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La recensione su Un boss sotto stress

di FilmTv Rivista
6 stelle

Il complesso di Edipo non teme né i mafiosi né, tanto meno, gli psicanalisti. Se deve fare danni, colpisce duro e fiero della sua storia secolare e del suo status scientifico. Nel 1999, Terapia e pallottole (felice titolo italiano della commedia diretta da Harold Ramis e interpretata, con brevettata allegria, da Robert De Niro e Billy Crystal) aveva messo sul lettino dell’analista Ben Sobel (Crystal), prossimo alle nozze con Lisa Kudrow, Paul Vitti (De Niro) un boss dalla lacrima facile e dai sensi di colpa esagerati. Le gag, le battute, l’affiatamento tra i due protagonisti, il vecchio giro di accordi della commedia avevano determinato il successo di quel primo film. Restavano un’energia, un casting riuscito, alcune idee da sviluppare così la storia d’amicizia tra Vitti e Sobel non poteva essere finita. Il sequel aveva una qualche ragione e nella prima parte di Un boss sotto stress si ritrovano con piacere Crystal, ormai sposato e con un padre morto e sepolto, e De Niro rinchiuso in carcere. Il mafioso vuole solo uscire e non si vergogna di massacrare, cantando e ballando, West Side Story e il povero analista lo dovrà prendere in custodia e aiutarlo a reinserirsi nella società (alcune delle scene migliori di tutto il film). Gli attori sono in forma, Ramis sa come dirigerli, ma il ritmo e il divertimento si infiacchiscono quasi subito.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 11 del 2003

Autore: Enrico Magrelli

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