Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Ricordo che in un sondaggio organizzato dalla rivista "Ciak" per eleggere i dieci migliori film degli anni Ottanta il film di Wenders fu scelto accanto a pellicole come "Shining", "Blade runner", "Zelig", "Fanny e Alexander" e altre. Rispetto a questi titoli, "Il cielo sopra Berlino" risulta più datato, è un film per molti versi ancora valido ma dove già si avverte un certo scollamento fra l'eccellenza della forma, con immagini spesso bellissime dovute al grande operatore francese Henri Alekan, e dei contenuti a tratti un po' ovvi, dove la ricerca dell'effetto poetico talvolta scade nel poeticismo, anche a causa dei dialoghi di Peter Handke dal tono troppo metafisico/filosofico e ad un'abbondanza di monologhi, come quelli della trapezista Solveig Dommartin, piuttosto sentenziosi e ornati. Tuttavia, pur con questi limiti che la rendono un po' disuguale, la favola spirituale di Wenders riesce comunque a coinvolgere lo spettatore, a farlo riflettere su molte questioni dell'attualità sociale degli anni Ottanta, ad incantarlo con riprese aeree ed invenzioni visive comunque affascinanti, grazie ad una macchina da presa mobilissima a cui il regista fa compiere vere e proprie acrobazie. Nel cast si rivede Bruno Ganz, che già fu il protagonista del mitico "Amico americano" (uno dei film più belli di Wenders), sensibile e misurato nel ruolo dell'angelo che sceglie di diventare un vero uomo, la compagna del regista Solveig Dommartin e' usata soprattutto in funzione decorativa e, fra gli altri, ho apprezzato soprattutto la partecipazione di Peter Falk che si rivela a sorpresa un ex angelo anche lui, nonché la scena dell'esibizione rock di Nick Cave.
voto 8/10
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