Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Esordio col botto di un grande, amato e odiato, Steven Spielberg.
Duel, ottimo esordio dell'allora venticinquenne Steven Spielberg, regista che con gli anni diventerà una delle più importanti personalità dell'industria cinematografica mondiale. Poco più che un ragazzo, Spielberg dimostra già di che pasta è fatto mettendo in scena un film fatto quasi esclusivamente di montaggio e regia frenetica. La storia è la più semplice del mondo: un uomo sta attraversando con la sua automobile una lunghissima strada deserta per tornare a casa dalla sua famiglia e viene inseguito, molestato, spaventato e minacciato da una diabolica autocisterna guidata da uno sconosciuto e pericoloso autista. Sulle prime sembra quai trattarsi di un gioco sporco, una becera “competizione” per intimorire il tranquillo commesso impaziente di tornarsene a casa ma in seguito il viaggio si trasformerà in un vero e proprio “duello” mortale, una sfida all'ultimo sangue a chi resterà vivo.
Spielberg anticipa di dieci anni gli energici inseguimenti madmaxiani e ci catapulta in una dimensione che probabilmente non toccherà, o forse solo in poche occasioni, mai più. Duel è una corsa continua, un treno in movimento che non vuole, né può, fermarsi. A regnare sono le acrobazie della mdp di Spielberg, il montaggio serratissimo e quella perenne sensazione di minaccia che pervade la pellicola dall'inizio alla fine. David Mann, protagonista del film, si sente perennemente oppresso da una minaccia che nemmeno lui può quantificare, un pericolo in agguato in ogni angolo dal quale non potrebbe scampare se non compiendo un atto estremo. Spielberg carica di tensione ogni sequenza, ogni inquadratura, farcisce di pathos e ansia ogni briciolo di polvere sollevato dai veicoli che imperterriti continuano questa corsa mortale. Viviamo in prima persona la condizione del protagonista che, impossibilitato come noi di vedere chiaramente in faccia il suo attentatore, ne rimane ancor più spaventato ed intimorito. Come nei migliori film horror Spielberg ci nasconde il mostro, lo tiene nascosto nell'oscurità impedendoci di capire l'origine delle nostre paure rendendo tutto più minaccioso. Il duello si trasforma in un claustrofobico orrore dal quale David Mann fatica ad uscirci. Nonostante gli spazi aperti e lo sconfinato deserto si ha la sensazione di essere chiusi e immobili tra le grinfie del diabolico mostro.
Mettendo da parte le chiacchiere e soffermandosi quasi esclusivamente sulla sfera visiva, il regista de Lo Squalo ci sazia con un film che è tensione e adrenalina pura. Una pellicola che, nonostante sia ancora un pelo acerbo e zoppicante in certi punti, lascia intravedere il grande talento di Steven Spielberg e ci conquista letteralmente fino al quasi “rassicurante” finale.
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