Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
E' un ottimo esempio di come si possa fare un buon film drammatico e teso con pochi mezzi e ancora meno attori. Spielberg si destreggia molto bene con la macchina da presa, e usa la tecnica giusta per costruire la suspense e il senso di minaccia. Quell'autocisterna assume tuttavia un connotato quasi simbolico di un male astratto e metafisico, distruttore e pertinace nel raggiungere i suoi scopi. Persino ipocrita e beffardo (come quando l'autocisterna aiuta lo scuolabus). E' un film che ho visto più volte nel corso della vita. Vorrei solo soffermarmi su una possibile interpretazione della vicenda che mi è venuta in mente la volta scorsa, dove ho rivisto il film con immutato piacere. La sceneggiatura, specie nella prima parte, fa riferimenti insistenti (troppi per essere casuali) a uomini che vengono messi in scacco dalle loro mogli, le quali li hanno spodestati da ogni ruolo, per non parlare di posizione di preminenza o di potere decisionale. Si pensi soprattutto alla situazione familiare del protagonista e alle trasmissioni radiofoniche che ascolta in macchina. Ebbene, che l'autocisterna - dei cui connotati astratti e simbolici ho già parlato - sia figura della donna forte e decisa, forse troppo, che mira a schiacciare e travolgere l'uomo? C'è un altro particolare. Quando la donna della lavatrice apre lo sportello mentre il protagonista telefona alla moglie, la cinepresa lo inquadra attraverso questo oblò, il quale diventa come un involucro rotondo e chiuso, che lo rinchiude dentro uno spazio ristretto e limitato. Anche nel caso dei due vecchietti in macchina che si fermano brevemente a vedere cosa stia succedendo, si vede come l'uomo sia un pupazzo in mano ad una donna prevaricatrice che ha completa autorità psicologica su di lui. Questa interpretazione ha anche un punto d'appoggio nel fatto che siamo nel 1972, periodo di grossi mutamenti sociali anche nel settore dei rapporti uomo-donna, ed è ipotizzabile una certa preoccupazione in questo senso di regista e sceneggiatore. Spielberg è un regista che non sempre mi piace, perché a volte mi sembra, benché capace, troppo furbo e commerciale. QUi, tuttavia, siamo alla presenza secondo me di vero cinema fatto con vero talento. Il finale, col protagonista stremato, seduto sul ciglio del burrone che getta sassolini nella luce del tramonto, è molto suggestivo. A parte poche eccezioni - come si vede nelle recensioni - dovrebbe piacere quasi a tutti.
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