Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Steven Spielberg aveva la stoffa del regista fin da giovanissimo e lo dimostra questo "Duel", da lui girato a soli 24 anni, un film per la tv che poi fu proiettato anche al cinema in una versione allungata da 73 a 90 minuti. È un thriller che omaggia sicuramente anche Hitchcock, con una vicinanza riconosciuta da vari critici rispetto a "Gli uccelli" per il tema della minaccia irrazionale che rischia di travolgere le poche certezze dell'uomo comune e contro cui bisogna lottare a denti stretti; ma oltre ad Hitchcock, l'angoscia di cui è intessuto il film ha delle radici europee fra cui si può segnalare Camus e Kafka, che probabilmente devono avere nutrito l'ispirazione dello sceneggiatore Richard Matheson già quando scrisse il racconto su cui è basato il film. È certamente un film di regia dove conta molto il montaggio, spesso serrato nelle sequenze di inseguimento automobilistico che si trasformano in incubo metafisico, le angolazioni della macchina da presa e il ritmo delle sequenze. Spielberg lascia poco spazio agli attori, compreso il protagonista Dennis Weaver che era un caratterista scelto per la sua breve partecipazione in un ruolo secondario di "L'infernale Quinlan" di Orson Welles, e la sceneggiatura perde qualche colpo nelle sequenze non di azione, soprattutto la' dove sfrutta il monologo interiore del protagonista con esiti piuttosto goffi, mentre altre intuizioni come l'incontro col pullman carico di bambini in panne sono più felici. Il finale è avvincente come tutto il resto, ed era difficile chiudere su uno scioglimento differente. Opera prima già matura, propone uno Spielberg diverso da quello successivo dei blockbuster e dimostra la padronanza del linguaggio da parte del regista e la capacità di andare oltre le limitazioni del genere.
Voto 8/10
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