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Autunno fra le nuvole

Regia di Timothy Hutton vedi scheda film

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La recensione su Autunno fra le nuvole

di degoffro
6 stelle

Esordio alla regia per Timothy Hutton con una piccola storia edificante e molto semplice, costruita su sentimenti genuini e naturali. La storia dell'amicizia tra Harriet, ragazzina molto estroversa e chiacchierona e Ricky, giovane ritardato e chiuso in se stesso scorre lungo binari ben collaudati e risaputi, senza un tocco di autentica originalità. Voce fuori campo della piccola protagonista che racconta molti episodi della sua vita, colonna sonora ricca di evergreen degli anni sessanta, una stagione (di solito l'estate, in questo caso l'autunno) che cambierà radicalmente la vita dei due protagonisti, fughe dalla famiglia e dal mondo esterno per isolarsi in un proprio mondo fatto di sogni e di nuove speranze, un'amicizia che supererà le difficoltà e i pregiudizi degli adulti. Sembra quasi ispirato a uno dei tanti racconti nostalgici di Stephen King alla "Stand by me", ma purtroppo Hutton non riesce ad uscire da canoni, forse oggi troppo abusati, e così la vicenda non riesce a regalare autentiche emozioni o a coinvolgere fino in fondo, risultando a tratti noisetta, causa anche una sceneggiatura faticosa e non sempre credibile (come facciano i due protagonisti a vivere per diversi giorni autonomamente in una specie di roulotte, senza che nessuno si preoccupi di cercarli resta un mistero) e dagli sviluppi a volte esagerati e poco funzionali (l'arresto di Ricky, su denuncia di Gwen, madre di Harriet, che lo ha visto, sotto la pioggia, abbracciato alla figlia, nella convinzione che l'avesse violentata, mentre in realtà era Harriet che stava ascoltando e consolando il ragazzo per le sue sofferenze e difficoltà). E così la storia dell'amicizia tra i due protagonisti risulta molto prevedibile e melensa (e Kevin Bacon, premiato al Giffoni Film Festival non riesce ad evitare i tic e le mossette di una recitazione troppo costruita e manierata), decisamente più interessante finisce con l'essere l'indagine del difficile e burrascoso rapporto tra la piccola Harriet e la mamma (un'intensa Mary Staurt Masterson, purtroppo, dopo "Pomodori verdi fritti" condannata ai ruoli di ragazza ribelle), che la bambina inizialmente credeva fosse la sorella, lasciata però in secondo piano e alla fine risolta troppo frettolosamente. Lunghe discussioni, litigi frequenti, difficoltà di comunicazione: tutte circostanze che spingeranno Harriet a trovare in Ricky un compagno di gioco vero e autentico (il solo vero amico, come poi Ricky le farà presente). In un contesto piuttosto scontato si ricordano una sequenza di volo improvvisato con dei palloncini, un matrimonio celebrato nel torrente, un furibondo litigio tra madre e figlia che culmina con un violento schiaffo di Harriet alla madre, un bel dialogo tra Harriet e Ricky in cui il ragazzo le confessa che uno dei suoi desideri sarebbe quello di essere uguale a tutti gli altri ragazzi almeno per un giorno (e Harriet lo accontenterà portandolo con sé a scuola e facendogli vivere una giornata normale), e due battute davvero divertenti, entrambe riferite a Gwen. Una è la definizione che di Gwen dà Harriet, affermando che Gwen avrebbe potuto fare molto bene l'infermiera, visto come riesce a far stare sempre bene gli uomini (riferendosi al fatto che Gwen sia una ragazza piuttosto vivace); l'altra è un divertente dialogo tra Harriet e quella che lei crede sua madre: la piccola, nella sua ingenuità, chiede alla mamma, pensando a Ricky e alla sua sfortuna, se esiste un posto dove nascono persone più stupide e la madre le risponde che quel posto è quello da dove provengono tutti i fidanzati di Gwen. Piccole dosi di ironia in un racconto altrimenti troppo scolastico e meccanico.
Voto: 5

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