Regia di Rob Marshall vedi scheda film
C'è da fare una considerazione:molti dei blockbuster americani usciti in questa stagione guardano al passato,e li'sono ambientati:è il caso,non solo di "Chicago",ma anche del rivale agli Oscar "Gangs of New York",cosi'come "Prova a prendermi","We were soldiers","Era mio padre",fino in un certo modo anche a "The hours".E'il segno forse di un'America che, inquieta sul presente e terrorizzata dal futuro,cerca delle certezze nello ieri,anche se di celluloide?A parte questo,c'è di che divertirsi con "Chicago",concepito nel '75 come musical per Broadway da Bob Fosse e altri due collaboratori:l'esordiente alla regia cinematografica Rob Marshall dispiega un carnevale lucente di immagini vorticose,elegantissime e affascinanti ,a ritmo serrato e facendo apparire molto piu'brevi le quasi due ore di proiezione.Piu'coinvolgente nella prima parte,con "numeri" musicali splendidi e musiche di gran livello,il film favorito nella corsa all'Academy Award è meno cupo dell'altro grande musical di questi anni,quel "Moulin rouge" che tanto piacque la scorsa stagione.In un certo senso,se il film di Luhrmann espande i canoni del musical portando innovazioni e accelerando di parecchio i suoi tempi canonici,"Chicago" lavora di da dentro il genere,solo apparentemente rispettandone la struttura,in realta'dandogli non meno modernita'e riletture.A prima lettura leggero,anche se ambientato per buona parte in un carcere per papabili condannate a morte,il film ha una morale sarcastica:in una societa'opportunista e senza pieta',due assassine possono diventare stelle per le triviali platee,basta che si sappiano riciclare e vendere.Bravissimi gli interpreti,anche nel canto,se possibile una spanna sopra tutti la stupenda Catherine Zeta Jones,qui una delle piu'belle donne mai comparse su uno schermo,che mette una grinta entusiasmante nel suo personaggio di femme traquée.
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