Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Rispetto a L'ultimo bacio, questo Ricordati di me segna un lieve passo indietro: Muccino conferma il suo talento nel dirigere storie corali e nel conferire un ritmo sciolto e dinamico alle immagini, ma la sceneggiatura andava curata maggiormente. Come è stato osservato da più parti, il rischio principale a cui è esposta questa saga familiare è di restare troppo in superficie: cosa che puntualmente avviene, fra sequenze caricate all'eccesso di pathos ed isteria e sviluppi drammaturgici a tratti forzati (l'incidente di Fabrizio Bentivoglio è un espediente di sceneggiatura che tende troppo al plateale). Muccino riesce innegabilmente a dire alcune verità sulla società italiana dei nostri tempi, schiava delle apparenze e del culto dell'esserci a tutti i costi, ma il controllo della materia a tratti gli sfugge spingendo pericolosamente il film in zona "soap-opera" e, alla fine, non tutti i conti tornano. Buona la direzione degli attori, con un Bentivoglio abbastanza misurato e una Morante che, pur brava, andava tenuta maggiormente a freno (come fece ad esempio Moretti ne La stanza del figlio); fra i giovani, efficace soprattutto la newcomer Nicoletta Romanoff nel ruolo dell'aspirante velina, mentre Silvio Muccino è abbastanza insipido nei panni del figlio Paolo. In un ruolo da comprimaria se la cava abbastanza bene anche Monica Bellucci, qui più a suo agio del solito, anche se la parte che le hanno assegnato non è, in fin dei conti, molto difficile (ha vinto un Nastro d'Argento come migliore attrice non protagonista).
voto 6/10
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