Regia di Gaetano Palmieri vedi scheda film
La storia d'amore tra un giovane contestatore e una ragazza di buona famiglia è fortemente osteggiata dal padre di lei. I due continuano comunque a intendersela, almeno finché lei scompare nel nulla, e lui viene naturalmente accusato di averla uccisa.
Pop, scanzonato, provocatorio, ma anche programmatico, didascalico, largamente prevedibile questo esordio nel mondo del cinema per Gaetano Palmieri, regista e sceneggiatore che contestualmente saluterà per sempre le sue ambizioni artistiche, ritornando nell'oblio. Effettivamente Strada senza uscita ha tutti i crismi dell'opera prima giovanile, del ritratto generazionale arrabbiato e confuso (anche troppo, dal punto di vista della messa in scena, dei dialoghi, della direzione degli interpreti – e tutto questo non era sicuramente tra gli obiettivi del cineasta), che vuole lasciare il segno sia nei contenuti che nella forma; eppure c'è davvero poco che funzioni in questa pellicola. Forse si salva qualche divagazione onirica-delirante, invero tremendamente sixties, e il relativo uso sapiente di luci e colori (fotografia di Claudio Racca); su tutto il resto è meglio non commentare. Musica beat/twist che aiuta ulteriormente a contestualizzare il lavoro; sottotitolo (azzeccato): Dead end, traduzione letterale ma anche lieve allusione al dramma al centro della trama. Nel cast i nomi più importanti sono quelli di Andrea Giordana, Claudio Gora, Ida Galli/Evelyn Stewart e ancora Martine Malle, Stelvio Rosi e Marina Berti. 3,5/10.
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