Regia di Primo Zeglio vedi scheda film
Far west. Una donna bianca sposa un indiano, suscitando scandalo e riprovazione tra i cowboys. Quando la ragazza viene rapita da una tribù rivale, però, sarà proprio un cowboy, il coraggioso Johnny Walscott, a salvarla.
Fin dal titolo, questo L'uomo della valle maledetta non offre grandi emozioni; la mediocrità del prodotto è in definitiva confermata da un copione scritto frettolosamente da un mestierante del cinema popolare quale Eduardo Manzanos Brochero, da una produzione abbastanza risicata da spacciare per 'indiani' delle comparse spagnole con lunghe parrucche lisce (fine dei tratti distintivi dei pellerossa) e da un cast nel quale non spiccano volti degni di nota (il protagonista Ty Hardin era il medesimo del telefilm americano Bronco: ed è il nome principale). A questo punto tutta la curiosità del cinefilo cade su quell'Omar Hopkins a cui risulta accreditata la regia nei titoli di testa: la stessa Rai, pubblicando il film sul suo sito, sbaglia spacciandolo per Siro Marcellini, che invece dovrebbe essere stato semplicemente l'aiuto del vero regista e cioè Primo Zeglio. Questa, almeno, è la ricostruzione effettuata dal sempre preparato – e fornito di testimonianze di prima mano – Marco Giusti nel suo Dizionario del western all'italiana. Per inciso: realmente L'uomo della valle maledetta è considerabile uno spaghetti western? No, anche Giusti tentenna di fronte alla mancanza di un certo tipo di azione, di logiche sotterranee nella trama, di scelte di regia; in ogni caso si tratta del primo dei film di questo tipo girati velocemente e senza troppe fatiche da Zeglio in terra spagnola. Altri interpreti: José Nieto, Iran Eory, Peter Larry/Piero Leri, John Bartha, Giovanni Petrucci e Tito Garcia. Coproduzione italospagnola, come usava all'epoca. 2,5/10.
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