Regia di Peter Kosminsky vedi scheda film
"White Oleander" dovrebbe essere un film di formazione riguardante la vita di Astrid. Un film di sentimenti, a partire da quelli filiali fra Ingrid (una sprecata Pfeifer) e Astrid, fino a quelli di amicizia, amore, rabbia,gelosia e perdono.
Devo dire che inizialmente il film comincia molto bene, con questa idea suggestiva del fiore che uccide (l'oleandro bianco), quasi metafora che anche l'amore o l'amicizia o qualsiasi forma di sentimento anche puro e nobile può nascondere un lato meschino e crudele, che si andrà a voltare contro di te. A meno che una delle persone che sta amando (quella che amando ferisce) non riesca a amare e lasciare andare (una forma d'amore nobile); l'elemento poi nel film c'è ma viene banalizzato a tal punto che gli è dedicato al massimo un minuto e l'attenzione del 90% degli spettatori potrebbe anche benissimo non cogliere questo aspetto.
Molto curate invece sono scene cui si poteva fare meglio a dare qualche taglietto. Scene fra sesso e violenza, Astrid e suoi momenti ai limiti della telenovela, alcuni dialoghi con una Zellweger che sta recitando da incubo.
Ad ogni modo, non per giustificare la regia che poteva fare molto meglio, il libro "Oleandro Bianco" da cui è tratto il film è un libretto di poco spessore con storielle raccontate una sopra l'altra, per creare questo effetto melò, misto a libro di formazione, misto a drammatico, misto a un po' di tutto. Perciò non stupisce che la trasposizione risulti pesante e trasmetta più goffaggine che altro. Certo è che le possibilità di scegliere lati del testo ricchi di sentimenti in contrasto, come già sopra ho evidenziato, avrebbe arricchito il film di una nota dolce amara, giustificandone in maniera forte e densa il finale che poteva venire tagliato al momento della condanna in tribunale.
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