Regia di Hideo Nakata vedi scheda film
Dopo la separazione dal marito, Yoshimi va a vivere insieme alla figlia piccola in un appartamento dentro un palazzo malmesso. Alcune infiltrazioni d’acqua, apparentemente innocue, anticipano degli inquietanti episodi che non tarderanno a manifestarsi. Già regista del fortunato Ring, con Dark Water (2001) il regista Hideo Nakata crea una trama che, metaforicamente, descrive le difficoltà che le madri devono affrontare quando si trovano da sole con la totale responsabilità di dover portare a casa il pane e allevare i figli. Interessante, anche, l’utilizzo dell’acqua come elemento che, facilmente, da benigno può diventare fonte di disturbo e creare danni, che qui sfociano nel soprannaturale.
Questi buoni ingredienti di partenza, tuttavia, danno luogo in Dark Water a una trama che per buona parte risulta troppo lenta e priva di mordente, e che inizia a regalare qualche scossa, contenuta, solo nel finale. Peccato, perché anche la scenografia suggestiva, cupa e opprimente lasciava presagire un risultato migliore. Più godibile e frizzante, in questo senso, il successivo e omonimo remake del 2005.
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