Regia di Cédric Klapisch vedi scheda film
Tra il severo e seduttivo cinema d’autore e le commedie più grossolane, nel cinema francese esiste e resiste una terza via, una produzione intermedia di un qualche interesse. Nulla che meriti un delirio critico, ma storie garbate, leggere, rinfrescanti. Anche il “caso Amélie” appartiene di diritto a un cinema medio dimenticato che, quando funziona commercialmente, sembra un fenomeno narratologico ed estetico. Cédric Klapisch ha una vena di gradevole mediocrità e le sue commedie minimaliste rallegrano senza sfiorare ambizioni universali. Con uno dei suoi attori preferiti (Romain Duris) ripensa alle esperienze della sorella minore, studentessa dell’Erasmus a Barcellona. Il venticinquenne Xavier (Duris), fidanzato con Martine (la non simpaticissima Audrey Tautou), è ad un passo da un buon impiego al Ministero delle Finanze e dalla routine del conformismo sociale, ma deve partire per la Spagna per perfezionare la lingua di Cervantes. Trova alloggio, tra le vertiginose architetture di Gaudì, in una casa abitata da altri studenti che arrivano da tanti paesi diversi. In questa commedia polifonica e poliglotta l’eterna giovinezza mette tra parentesi il mondo del lavoro. Differenze culturali ed Europa Unita, Strasburgo e pochade. Ognuno risolva le proprie contraddizioni globali.
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