Regia di Cédric Klapisch vedi scheda film
“L’appartamento spagnolo” è una splendida sorpresa. Il film del francese Cèdric Klapisch narra la storia di un ragazzo transalpino che va a Barcellona per studio, grazie al programma Erasmus. Lascia la madre logorroica e la fidanzata rompipalle; all’aeroporto di partenza il suo pianto, pudicamente nascosto, troverà come contraltare un modo di risate e divertimento nella città spagnola. A Barcellona Xavier (Romani Duris) trova il suo habitat: il caos, la vita sregolata, le amicizie sincere, sono il suo humus. Xavier è rinato, ed al ritorno, dopo un anno di vita spagnola, la tristezza è almeno doppia rispetto al viaggio di andata.
Ne “L’appartamento spagnolo” c’è tutto. Esteticamente Klapisch mette in atto un calderone ricchissimo, forse pure troppo: voce fuori campo, split screen, accelerazioni, ralenti, sovrapposizioni, e tutto quanto fosse tecnicamente possibile; sul piano della scrittura, il film batte su punti chiave come l’integrazione, l’amicizia universale, l’amore e la fedeltà. Il fulcro è rappresentato dalla casa dei ragazzi, provenienti da tutta Europa, che diventa una sorta di comune, con gli screzi, i legami, le discordie e le difficoltà di lingue a fare da corollario ad un’esperienza unica e incancellabile. Gli attori sono a proprio agio nel ruolo affidatogli, in particolare il protagonista Duris, ma anche l’avvenente e tenebrosa Judith Godrèche (furtiva avventura amorosa di Xavier), con Audrey Tautou in una piccola parte, seppur intensa.
Il film è decisamente bello: le tematiche, la regia ricca, le location meravigliose, il finale emblematico, ma soprattutto la colonna sonora, che si regge intorno a “No surprises” dei Radiohead, sono un insieme di elementi che non possono non consigliarne la visione (specie per chi ha l’Erasmus nel cuore e nella mente).
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