Regia di Karan Kandhari vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2024 - QUINZAINE DES CINÉASTES
Non è certo insolita la pratica del matrimonio combinato, visto che ci troviamo a Mumbai: il ceto popolare è molto basso, la casa che ospiterà gli sposi è una sorta di baracca a bordo di una via trafficata.
Il marito è timido, incerto sul da farsi quando i due rimangono in intimità, se così si può definire una baracca di lamine di ferro sulla strada.
È un uomo magro, schivo, di poche parole, debole e senza spina dorsale e, una volta che la moglie arriva nella baracca coniugale, assume una forma particolarmente rozza e curiosa di misantropia che lo rende simile ad un animale malfidente e furtivo che convive nascosto. Intrappolata nell'inferno della coppia costruita a tavolino, la dinamica altra metà , di nome Uma, si trasforma per reazione di sopravvivenza , poco per volta, in una figura inquietante e spietata, che dà libero sfogo ai suoi impulsi selvaggi e sempre più incontrollati.
È una na commedia surreale dai toni punk e fantastici questo scatenato ed insieme trattenuto Sister Midnight.
Una commedia noir curiosa e stimolante, che sfiora i toni horror scanzonati e un po' macabri, e si rivela piena di riferimenti americani, sia nella forma del racconto, un po' alla John Landis, sia nella sua colonna sonora inventiva e sorprendente che comprende musica country e hard rock.
Il film è firmato da Karan Kandhari, un regista e scrittore indiano, nato in Medio Oriente e residente prevalentemente a Londra, al suo esordio nel lungometraggio dopo aver scritto diretto, tra il 2010 e il 2014, United Howl, una trilogia di cortometraggi collegati tematicamente su disadattati, outsider e solitari, tutti accomunati da un impassibile senso dell'umorismo.
Materia ed argomentazioni che caratterizzano e vitalizzano questa stramba, divertente ed insieme inquietante storia di coppia e di adattamento con mutazione.
Vedere per credere.
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