Regia di Yoko Yamanaka vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 77 - QUINZAINE DES CINÉASTES
Kana è una ragazza ventunenne, estetista senza particolare ispirazione, che sta vivendo in modo travagliato, soprattutto interiormente, la propria relazione sentimentale con un coetaneo convivente, e deve trovare la forza di lasciarlo, soprattutto da quando si è invaghita di un altro uomo.
Col passare del tempo, anche dopo essere riuscita a cambiare partner, la giovane si accorge di essere instabile, talvolta aggressiva, balzana e nevrotica, esercitando questo suo stress attraverso cambi di umori ed atteggiamenti scostanti che la rendono davvero una minaccia di fronte a chi la conosce, ed un tempo magari la stimava.
Il secondo lungometraggio del regista giapponese Yôko Yamanaka, il cui titolo, originale e misterioso nulla ha apparentemente a che fare con la vicenda, se non le immagini serafiche che accompagnano i titoli di coda, con tre antilopi che pascolano in mezzo ad un nulla desertico dall'aspetto più salvifico che spettrale, parla di disagi psichici e di stress di vivere.
Mi anche di incapacità di relazionarsi e della necessità di un aiuto psicologico ogni volta che stress e panico trasformano l'individuo in un essere contraddittorio e minato da malesseri psicofisici attanaglianti.
Ecco che forse un deserto mentale sarebbe un luogo ove potersi rifugiare, mettendosi al riparo da uno stress quotidiano che invita ognuno di noi a giungere a traguardi che nemmeno rispecchiano i nostri più ambiti traguardi professionali, personali e di vita. Yamanaka dirige un film spigoloso, a tratti delirante, coraggioso per rifiutarsi categoricamente di concedersi a momenti di empatia con un pubblico invece costretto di petto ad affrontare spasmi e deliri di una giovane depressa che si comporta come una pazza alla vanaveicerca di un indirizzo di vita più coerente con le proprie attitudini.
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