Regia di Thierry de Peretti vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE - CANNES 77 - QUINZAINE DES CINÉASTES
Attraverso la storia privata di una tenace fotografa corsa, indotta dal proprio mestiere a documentare i fatti che scandiscono la lotta di indipendenza nazionalista che insanguina la Corsica in modo costante e tenace da inizio anni '80 alle soglie del 2000, il regista Thierry de Peretti, dopo Apache (2013) e Undercover (2021), torna negli ambienti e tra gli umori trovi di Una vita violenta (2017), e utilizza la bella protagonista, che osserva ma non milita né comprende il fermento che anima amici e persino amanti che ella frequenta, verso un attiviamo politico che sfocia in lotta organizzata a sfondo terroristico.
Faide, attentati, omicidi a bruciapelo, passano in rassegna sotto lo sguardo impietrito e l'obiettivo senza filtri della fotografa che non riesce più a comprendere come l'attaccamento per un proprio territorio si sia trasformato in una guerra tra irriducibili capace solo di lasciarsi dietro violenza e sangue.
Il film parte dal terribile incidente (ammesso che di ciò si tratti) che coinvolge la protagonista, sola in auto lungo una strada amena quanto impervia, e ricostruisce venti anni di lotta nazionalista attraverso una docu-fiction notevole.
Un film che utilizza materiale di repertorio e sapientemente lo mica con il girato di una fiction che trasporre il romanzo omonimo di Jérôme Ferrari, attraverso un mix che dosa fatti storici e violenti documentari, ad un tormento decisamente introspettivo di una giovane donna che non riesce a capire il motivo di tanta ferocia.
Un altro film di impegno civile e militante da parte di un ottimo regista, uno dei più maturi e dotati tra i cineasti corsi di sempre.
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