Regia di Jonathan Millet vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE - CANNES 77: SEMAINE DE LA CRITIQUE : FILM D'OUVERTURE
“Mi hanno bendato e non potevo vederlo. Ciò nonostante lo conosco come nessun altro”.
L'epicentro geografico di una vicenda ispirata a fatti veri, è il sanguinoso conflitto che infiamma la Siria dal 2011.
Nella prigione di Saidnaya, un torturatore di nome Harfaz si è guadagnato una spietata fama di giustiziere, per poi dileguarsi nel nulla. Chi è informato lo dà probabilmente rifugiato in Europa, sotto falsa identità, celato nelle comunità che ospitano i suoi connazionali esiliati.
Hamid (interpretato da un ispirato e convincente Adam Bessa), giovane ex insegnante di letteratura di Aleppo che ha pagato a suon di torture e violenze l'anelito rivoluzionario che sin da ragazzo lo anima, si mette risolutamente in cerca quel fantomatico aguzzino, che corrisponde, ne è certo nonostante la bendatura, al boia che lo ha torturato in prigionia, e, in Francia, si unisce ad una rete clandestina che rintraccia i criminali di guerra sul continente.
Purtroppo le tracce sono deboli, e gli appigli assai radi, e comprendono una fotografia sfocata, ma soprattutto le drammatiche testimonianze audio di alcune tra le vittime di Harfaz.
Ma sono gli incubi ossessivi che non abbandonano la testa, gli incubi e i pensieri di Hamid stesso inerenti i mesi di torture, che inducono il giovane ad agire d'istinto e a raggiungere lo scopo che si è prefitto.
Strutturato come un incalzante thriller d'inchiesta, Les Fantômes (Ghost trail nel titolo internazionale) conduce lo spettatore al centro di una indagine utile e tracciare alcuni dettagli di una faida che ha devastato un paese e diviso un popolo, costringendo masse intere ad esodi forzati e fughe di massa devastanti.
L'opera prima sotto forma di lungometraggio di Jonathan Millet è un film maturo che scuote ed inquieta, riuscendo a puntare sulla rappresentazione del ricordo di un incubo di violenza subita, ma senza bisogno di mostrarlo eccessivamente.
Rendendo tutto più realistico ed urgente, esprimendo i dettagli di un incubo attraverso il viso lineare, bello e teso del suo illuminato e solido protagonista.
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