Regia di Daniel Auteuil vedi scheda film
Assente dalle aule giudiziarie per cause penali dai tempi in cui fece assolvere un serial killer recidivo, l'avvocato Jean Monier (Auteuil) accetta un nuovo caso: quello di un padre di famiglia (Gadebois) accusato dell'omicidio della moglie. Strenuamente convinto dell'innocenza dell'uomo e deciso ad affrancarsi dai fantasmi del passato, Monier farà di tutto per confutare le accuse del pubblico ministero.
Al suo quinto lungometraggio in cabina di regia, Auteuil prende spunto da un clamoroso fatto di cronaca del 2017 (ripreso nel libro Au guet-apens di Jean-Yves Moyart), per distillare i dubbi di un uomo alle prese con una crisi di coscienza. Lo stile è quello di un cinema assai classico, un dramma giudiziario che decostruisce il concetto di verità (per poi stemperarlo nella clamorosa sequenza di coup de théâtre del finale), che si svolge quasi interamente nelle aule di tribunale, secondo una linea che sembra consolidarsi sempre di più nel cinema francese recente (La ragazza con il braccialetto, Il caso Goldman) e che si avvale della prova maiuscola di un cast in stato di grazia, nel quale Auteuil dà la solita, smisurata prova attoriale.
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