Regia di Daniel Auteuil vedi scheda film
AL CINEMA - CANNES 77: CANNES PREMIÈRE
Un maturo e noto avvocato penalista di nome Jean Monier (Daniel Auteuil) ha da tempo evitato di difendere ulteriori imputati dopo lo shock vissuto tempo addietro quando, con la sua abilità affabulatoria, riuscì a fare dichiarare innocente un imputato accusato di omicidio, in seguito risultato non solo colpevole, bensì pure recidivo.
Quando per caso si trova a sostituire la sua collega-amante (Babett Knudsen) nell'ascoltare un nuovo imputato di omicidio assegnato alla donna, decide in seguito di proseguire a difendere l'uomo, padre di tre figli bambini in tenera età, in quanto fermamente convinto della sua innocenza. In tal modo l'avvocato ritrova la vitalità e l'enfasi professionale che lo resero celebre, rischiando tuttavia di andare ben oltre le proprie convinzioni assolutiste.
Dopo il lodevole esordio in regia datato 2011, avvenuto con il remake di un film di Marcel Pagnol, diventato La fille du puisaitier, Daniel Auteuil torna in regia con un thriller processuale efficacemente diretto e dal passo incalzante, emotivamente appassionante, forte di un personaggio protagonista combattuto tra i timori causati da un errore clamoroso commesso in passato e l'entusiasmo per un mestiere che l'individuo sente suo divenendone padrone.
Ma anche l'ottimo Grégory Gadebois, nel ruolo del padre di famiglia accusato dell'omicidio della propria balorda ed inaffidabile consorte, è davvero perfetto in un ruolo ambiguo sino alla fine, che l'attore affronta con una recitazione minimalista ed in sottrazione, utile a renderlo ancora più enigmatico.
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