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L'orchestra stonata

Regia di Emmanuel Courcol vedi scheda film

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La recensione su L'orchestra stonata

di Gangs 87
7 stelle

All’apice della sua carriera, al celebre direttore d’orchestra Thibaut viene diagnosticata la leucemia. Nella compulsiva ricerca di un donatore, per un trapianto di midollo osseo, scopre di essere stato adottato e di avere un fratello biologico, Jimmy, che vive nel nord del paese e suona la tromba nella fanfara comunale, prossima allo scioglimento.

 

L’ultima pellicola diretta da Emmanuel Courcol parte da un evento personale e tragico per poi trasformarsi in un viaggio familiare che scaturisce dall’incontro tra due fratelli, inconsapevoli l’uno dell’altro che, ritrovatisi dopo anni di lontananza, sembrano trovare subito un’intesa innata nell’amore per la musica, grande passione di entrambi. Attraverso tempeste emotive e scontri sociali tra i due, cresciuti in ambienti familiari agli antipodi, la pellicola di Courcol possiede una caratteristica tipica del cinema francese: la naturalezza e la semplicità di raccontare più elementi e situazioni in modo brillante e coinvolgente.

 

Tenendo ben saldo l’unico ed evidente filo conduttore tra Thibaut e Jimmy, interpretati in modo molto convincente da Benjamin Lavernhe (Thibaut) e Pierre Lottin (Jimmy), la musica diventa il terzo protagonista del film finendo anche per rubare, piacevolmente, la scena svariate volte.

 

Il dramma che apre la narrazione e che ad un certo punto finisce in secondo piano, torna prepotente nel finale, non scontato ma piuttosto riflessivo e triste al contempo; eppure non appesantisce mai né la trama né il messaggio di speranza e serenità che sembra voler diffondere. Per quanto la malattia possa sembrare un punto d’arrivo, Emmanuel Courcol in questa sceneggiatura, scritta a quattro mani con Irène Muscari,la trasforma in un’opportunità, quella di ricongiungersi con un fratello perduto capace di dare un senso nuovo alla propria esistenza.

 

Thibaut e Jimmy sono due facce della stessa medaglia. Il primo colto, sensibile, cresciuto in una famiglia benestante e amorevole, impacciato nell’approcciarsi al mondo del secondo, più istintivo e appassionato ma allo stesso tempo incapace (forse) di mostrare amore. Entrambi, seppur ideologicamente e socialmente differenti, riescono a colmare le distanze grazie alla musica. In ogni sua forma.

 

Non c’è spazio, mai, per la commiserazione. In quell’unico attimo di disperazione che Thibaut palesa, in cui mostra un aspetto umano e lasciando trasbordare la paura e l’arrendevolezza si concentra tutta l’emozione della pellicola che finisce per peccare proprio in questo: le emozioni vengono espresse poco e quasi sempre sovrastate dal clima gioviale che si percepisce per tutta la durata del film che non intende mai intristire lo spettatore, il che non sempre è un punto di forza.

 

L'orchestra stonata di Emmanuel Courcol diventa anche pellicola socialmente impegnata, guardando la filmografia del regista sembra quasi essere una prerogativa dei suoi film, quando affronta le vicissitudini legate alla crisi che il nord della Francia si è trovato ad affrontare e che ha visto la chiusura di diverse fabbriche. Nel film resta sullo fondo ed è solo accennata ma sembra che Courcol ci tenga ad introdurla nella narrazione finendo per dare alla storia principale quel po’ d’umanità di cui a volte sembrano mancare i protagonisti.

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