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L'orchestra stonata

Regia di Emmanuel Courcol vedi scheda film

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La recensione su L'orchestra stonata

di pazuzu
7 stelle

Emmanuel Courcol dirige e scrive (con Irène Muscari) un racconto equilibrato, leggero e divertente, che bascula abilmente tra il dramma e la commedia (anche sociale) senza ripetersi né stancare, ben coadiuvato dalle prove dei due interpreti principali (Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin), e contrappuntato da una colonna sonora poderosa.

 

 

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Direttore d'orchestra di chiara fama di casa a Parigi, in seguito ad un malore durante una sessione di prove, Thibaut si trova costretto a indagare sulla propria salute, finendo per dover allargare il campo anche al proprio passato. La leucemia che gli viene diagnosticata, infatti, lo porta a cercare tra i parenti diretti chi possa donargli il midollo, e a scoprire che colei che da sempre chiama sorella ha un DNA totalmente diverso dal suo; chiesto conto del fatto alla madre, viene a sapere di esser stato in realtà adottato e di avere un fratello carnale, che tosto rintraccia nel nord della Francia: si chiama Jimmy, lavora in una mensa scolastica, e vive a sua volta con una madre adottiva, lui però consapevolmente.

 

 

La malattia, in En Fanfare, è un punto di partenza ma non il fulcro del racconto: al centro della scena, ben presto, si colloca il rapporto tra questi due fratelli, diversi in molto, prima di tutto nel tenore di vita a causa di un bizzarro scherzo del destino, ma anche in qualche modo simili. Jimmy, infatti, suona la tromba nella banda del paese: lo fa dopo esser stato travolto da quella di Miles Davis, per la precisione da un si bemolle che ancora gli risuona in testa.
Quella per la musica è una passione che i due condividono, ed è il mezzo attraverso il quale Thibaut si tiene agganciato a Jimmy anche dopo aver ricevuto il midollo che può dargli la sopravvivenza: perché, oltre a sentirsi in debito, gli riconosce un talento simile al proprio, e si sente in dovere di incoraggiarlo affinché lo coltivi, consapevole (e intimamente sentendosene colpevole) di aver avuto a propria disposizione mezzi economici ben maggiori.

 

 

Emmanuel Courcol dirige e scrive (con Irène Muscari) un racconto equilibrato, leggero e divertente, che bascula abilmente tra il dramma e la commedia (anche sociale) senza ripetersi né stancare, ben coadiuvato dalle prove dei due interpreti principali (Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin), e contrappuntato da una colonna sonora inevitabilmente poderosa, che spazia da Lee Morgan a Charles Aznavour passando per tanta classica, con il Bolero di Ravel, una volta in più, a farla da padrone e a lasciare il segno in un finale davvero emozionante.

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