Regia di Boris Lojkine vedi scheda film
AL CINEMA - CANNES 77: UN CERTAIN REGARD - PREMIO DELLA GIURIA/PREMIO MIGLIOR INTERPRETE Mentre pedala freneticamente tra le strade trafficate di Parigi, azzardando cambi di traiettoria per evitare di fermarsi ed accumulare ritardo nelle consegne, il giovane Souleymane ripete la sua storia come si trattasse di andare a sostenere un esame.
È qualcosa di ancora più importante di un esame, sarà il colloquio con la commissione che giudica i richiedenti asilo politico, perché da loro dipende se il ragazzo, di origine della Guinea, riuscirà ad ottenere il tanto agognato permesso di soggiorno in qualità di rifugiato.
Il fatto è che la storia non è la sua: l'ha "comprata" da un sedicente amico di tutti coloro che, come Souleymane, sta lottando per divenire cittadino francese per sopravvivere e fare sopravvivere la sua famiglia rimasta in patria.
Nel mondo degli immigrati, quello che ruota attorno a Souleymane, tutto è in vendita e tutto va acquistato: le consegne di cibo a domicilio il ragazzo le esegue subaffittando il profilo di un conoscente residente, che gli chiede un affitto in cambio di tale opportunità, che poi è l'unica che Souleymane si trova dinanzi in mezzo ad una metropoli, assistito nei bisogni primaria da appositi centro di accoglienza, ma abbandonato in ogni altro aspetto organizzativo.
Teso ed incalzante com Regard di Cannes 77 con e un thriller, La storia di Souleymane, del bravo regista BorisLojkine, film premiato al CertainRegard di Cannes 77 con il Premio della Giuria e quello per il miglior attore (l'ottimo Abou Sangare, che interpreta qualcuno di assai simile a ciò che è stato lui sino a pochissimo tempo prima), scandisce gli attimi frenetici della vita "in diretta" esposta a rischio e pericoli costanti di un immigrato come tanti, alle prese con una società tentacolare che li sfrutta anche nel momento in cui gli offre barlumi di speranza che si rivelano spesso sonore fregature, che disarmano e lasciano sgomenti, oltre che senza una via d'uscita.
Lucido di un realismo crudele che fa male anche solo a guardarsi, La storia di Souleymane catapulta lo spettatore addentro all'odiosa forma di sfruttamento che continua imperterrita e crudele anche oltre la già devastante odissea rappresentata dal viaggio migratorio tra deserti e mare che i migranti devono affrontare, ove le insidie naturali talvolta sono poca cosa dinanzi alla cattiveria umana che interviene a sfruttare le disgrazie altrui. Scandito da un alternarsi di situazioni quasi documentaristiche che fanno luce senza alcuna edulcorazioni sulla quotidianità del vivere da irregolari, con l'ansia di non venire ammessi ed essere restituiti in patria come oggetti ingombranti, e una narrazione che diventa potente ed incalzante, il film vive di questo suo perfetto equilibrio denunciando con rigore la morsa entro cui sono impigliati tutti coloro che giungono da clandestini e l'economia distorta e infame che vive sulle spalle di questa povera gente sfruttata ed ingannata.
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