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Holy Cow

Regia di Louise Courvoisier vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Holy Cow

di alan smithee
6 stelle

 

scena

Holy Cow (2024): scena

CINEMA OLTRECONFINE - FESTIVAL DI CANNES 77: UN CERTAIN REGARD

Nella regione del Jura il diciottenne scavezzacollo Totone deve suo malgrado interrompere la vita di bagordi e spensieratezza che lo ha caratterizzato, per dedicarsi al mantenimento della sorellina di otto anni.

Una disgrazia improvvisa infatti gli porta via il genitore che riusciva in qualche modo a garantire un sostentamento dignitoso in famiglia.

Ma diventare adulti in così poco tempo non è facile, soprattutto se si ha bisogno di soldi subito.

La prospettiva di un premio da tremila euro al miglior formaggio di tipo "comté", caratteristico di quei luoghi tipici di bovini da latte, persuade il ragazzo a provarci pure lui.

Clément Faveau

Holy Cow (2024): Clément Faveau

scena

Holy Cow (2024): scena

Con l'aiuto di una giovane allevatrice, ruvida ma innamorata di lui e di una esperta formaggera di mezza età, poco conciliante ma generosa di consigli, Totone proverà a dare il meglio di sé e a divenire un saggio tutore della piccola sorella.

Classe 1994, Louise Courvoisier, nata nei luoghi di quello che si rivela essere il suo esordio nel lungometraggio, filma una storia di amori giovanili, di passioni nate per necessità tra una gioventù che ha abbandonato presto gli studi per dedicarsi a trovare un lavoro nella realtà agreste locale, piena di eccellenza di prodotto, ma anche di tanta concorrenza che spinge a fiaccare chi non ha il talento e la costanza di tenersi al passo con i tempi ed il progresso, senza per questo abbandonare la tradizione.

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Holy Cow (2024): scena

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Holy Cow (2024): scena

La regista ha la capacità di circondarsi di giovani attori - come il valido biondo protagonista Clément Faveau, volto schietto e fisico asciutto che pare uscito da un film di Bruno Dumont - che, pur inesperti, o proprio grazie a ciò, finiscono per brillare per la capacità di immedesimazione entro una realtà che probabilmente già conoscono o non è molto lontana dalle rispettive esperienze di vita.

La storia non racconta nulla di differente da un drammatico coming of age concentrato come periodo ad una età adolescenziale che sfugge via per l'impellenza del sopravvivere e del necessario realizzarsi,a funziona soprattutto grazie alla capacità della regista di descrivere personaggi sfaccettati e ben approfonditi che fanno bene alla narrazione e allo stile del racconto.

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