Regia di Magnus von Horn vedi scheda film
Girato in un bianco e nero almeno per una volta non "estetizzante" ma partecipe nel creare un'unica voce dolorosa, che attraversa tutto il film, "The Girl With The Needle" è una discesa negli inferi nella Danimarca post Prima Guerra mondiale. Ispirato a una storia vera, che occuperà tutta la seconda ora delle due della visione, l'opera del regista svedese è asciutta e cruda, sporca e espressionista, Cinema verso il quale volge più di uno sguardo, dall'uso dei volti, spesso illuminati dal basso e ancor più luciferini, e dall'uso geometrico di alcune inquadrature, delle ombre, dei chiaroscuri. Un "horror" dell'anima, mai esplicito, in cui la protagonista, l'eccellente Vic Carmen Sonne, attraversa la sua Via Crucis fatta di degrado, soprusi, abbandoni e povertà, in una Danimarca profondamente povera e divisa in classi. Emblema di questa cupezza, è il marito di lei, pensato morto in guerra e tornato, invece, completamente sfigurato in volto, tanto da dover portare una maschera, dietro la quale rantola e succhia quel poco di vita che gli è rimasta. Da qui il circo, figura emblematica di certo Cinema del primo novecento, come unica possibilità di fuga. Storia complessa, spesso soffocante, visionaria il giusto, teatrino malato e buio di un'umanità allo sbando. L'unica luce è proprio quella di Karoline, seppure fioca, lontana, eppure di grande forza. Opera impegnativa, che non concede nulla al pubblico e anche per questo, da premiare.
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