Regia di Paul Schrader vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE - FESTIVAL DI CANNES 77 - CONCORSO
Tradire gli altri è un po' tradire se stessi e quello che si è diventati, almeno dinanzi ad una pubblica opinione. Leonardo Fife è un apprezzato documentarista che accetta la proposta di due affezionati suoi studenti di raccontarsi rivelando anche cose che il.pubblico non ha potuto sapere al riguardo del cineasta.
L'uomo accetta, consapevole di essere giunto al termine di una vita, a causa del cancro che lo sta consumando velocemente.
Una vita piena di alti e pure di bassi tenuti segreti per troppo tempo. Certamente è noto che Fife da giovane fuggì in Canada per non arruolarsi e finire tra le truppe dei marines inviati in Vietnam. Meno note sono le vicissitudini che egli studiò per cercare di farsi riformare, presentandosi ad esempio alla visita militare con indosso un paio di striminziti jocks a natiche scoperte e comportandosi come un omosessuale del tutto consapevole di sé stesso.
Ma quello non bastò a garantirgli l'esonero, al punto da dover scappare attraversando il confine.
Inoltre le rivelazioni sulla sua vita privata e le incognite del suo essere marito e persino padre, vengono a galla solo in occasione di questa ultima e definitiva confessione, sbalordendo persino l'ultima e piuttosto condiscendente consorte (una sempre in forma Uma Thurman).
Torna a dirigere il gran regista ed eccelso sceneggiatore statunitense Paul Schrader, e ritrova nel ruolo del protagonista quel Richard Gere che quarantaquattro anni prima proprio Paul Schrader rese star e sex symbol grazie ad American Gigolò (1980),
L'occasione è rappresentata dall'adattamento cinematografico del romanzo I tradimenti di Russell Banks (2021).
Oltre a segnare la seconda collaborazione fra Gere e Schrader, Oh Canada, che da noi diventa più mestamente I tradimenti ove invece il titolo originale si riferisce all'inno nazionale canadese, il film rappresenta anche il secondo adattamento da un'opera di Russell Banks da parte del regista, che ne ha curato pure personalmente l'adattamento narrativo, dopo il belliasimo Affliction dell'ormai lontano 1997.
Al centro della storia, miti collettivi e riferimenti di vita che si sbriciolano e dissolvono come neve al sole.
Purtroppo però Oh, Canada zoppica e convince davvero poco, e si rivela ahimè forse il primo film davvero deludente del grande regista e sceneggiatore Schrader.
Non lo aiuta granché né un Richard Gere che, seppur fisicamente coerente col ruolo del dolente e malato protagonista, si contraddistingue per una performance completamente inerte, apatica, risultando la sua prova davvero poco espressiva e convincente. Non molto diversa la resa dello spilungone Jacob Elordi, divetto in crescita che già fisicamente non convince come un giovane Gere, e che continua a non brillare come attore, nonostante il richiamo che lo annovera tra i divi nascenti più promettenti.
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