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Wild Diamond

Regia di Agathe Riedinger vedi scheda film

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La recensione su Wild Diamond

di alan smithee
6 stelle

locandina

Wild Diamond (2024): locandina

CINEMA OLTRECONFINE - FESTIVAL DI CANNES 77 - CONCORSO

Bellezza naturale che sta sbocciando e fa di tutto per emergere e farsi notare, la teenager francese Liane della periferia di un sud costiero desolato e apparentemente abbandonato a secstesso, possiede un fisico prorompente e solare che non risulta allineato con la sua indole naturale, ispirata da strafottenza, una veemenza quasi animale quando si accorge di non essere valorizzata come ella desidera. Comprende di possedere una avvenenza che da una parte attrae, ma altre volte rischia di isolare, esponendola come un fantoccio alle critiche di chi è disposto a tutto pur di farla sfondare per lucrare sulla peculiarità del suo fisico esagerato, unito ad una indole già da donna perduta.

 

Malou Khebizi

Wild Diamond (2024): Malou Khebizi

scena

Wild Diamond (2024): scena

Ecco allora che per sfuggire da quella sorta di disprezzo che la sua prorompenza istiga e provoca sui benpensanti, Liane si trasforma in una maschera di sé stessa, ovvero una sorta di Jessica Rabbit dalle movenze improvvisate ed inesperte, sgraziate e talvolta grottesche, che possa trasformare il disprezzo e l'invidia che alcune provano per lei, in un sentimento di invidia da parte delle rivali, e di desiderio incontenibile da parte dei maschi che la desiderano con ardore e senza alcun pudore.

In lizza per partecipare ad un noto reality show, Liane cercherà di guadagnare la convocazione battendo la agguerrita concorrenza, scoprendo una vita ancora che questa possibilità non è altro che un ulteriore bieco risvolto di una società superficiale votata alla sola esteriorità ed improntata ad uno sfruttamento senza scrupoli.

scena

Wild Diamond (2024): scena

scena

Wild Diamond (2024): scena

Al suo film d'esordio, la tenace Agathe Riedinger, classe 1985, si ritrova catapultata in Concorso a Cannes con un film che riassume tematiche come l'emancipazione e la condizione femminile in una società ormai svuotata di valori e contenuti concreti che esulino dalla più vuota apparenza ed esteriorità. Pur senza picchi di genio od originalità particolare, Diamant Brut aderisce bene al suo forte personaggio centrale e descrive tratti, indole,tenacia e determinazione di una figura femminile "deformata" da una smania di riscatto che si trasforma in una isterica ossessione.

Nel ruolo di Liane, l'esordiente Malou Khebizi in tacco perennemente vertiginoso che piaga i piedi, ma garantisce statuarietà adeguata alle circostanze, riesce a rendere in modo molto convincente la smania di successo che induce a reazioni anche sconsiderate, e spinge a scegliere comportamenti e look decisamente eccessivi e forieri di una sorta di messa al bando preventiva da parte di una collettivita indotta a giudicare sempre in modalità preventiva.

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