Regia di Jia Zhang-ke vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 77 - CONCORSO Storia d'amore distratto, o meglio, accorato e motivato solo da una parte, lungo i primi vent'anni del nuovo millennio in cui la Cina vede trasformare il suo territorio, la sua morfologica, come il risultato di una sorta di rivoluzione industriale ed edilizia in grado di cambiare aspetto ed esteriorità al paese più grande e popolato al mondo.
In questo formicaio di anime laboriose, obbedienti e instancabili, una storia di coppia che nasce appassionata solo da parte di una bella cabarettista e cantante e viene invece considerata passivamente dalla parte maschile, nella persona di un infaticabile imprenditore edile, sempre disposto a mettersi in moto in occasione di nuove possibilità di guadagno.
Quando lui parte, lei lo cerca senza scoraggiarsi, nemmeno quando lui le dice via sms di lasciarlo perdere e di smetterla di fare appelli al microfono nella città industriale ove si è trasferito in cerca di speculazioni edili in grado di arricchirlo.
Si ritroveranno, invecchiati e disillusi, arredi ma per nulla rancorosi, coscienti di essersi persi i momenti in cui una felicità e realizzazione di coppia avrebbe significato più di ogni altra soddisfazione lavorativa o redditizia.
Forte delle note riprese perfette che esaltano gli stridenti contrasti tra una natura che pare incontaminata, ed una trasformazione umana che pare stravolgere il territorio con una edificazione senza scrupoli, tra case popolari e quartieri di lusso che si alternano in devastanti colate di cemento, il gran regista cinese Jia Zhang-ke ai suoi amori contrastati e dolorosi, e gira una sorta di film speculare ed opposto al bellissimo Still Life, che gli valse meritatamente il Leone d'Oro veneziano.
È la donna (sempre la bella consorte Tao Zhao, magnifica e credibile ad ogni età la si consideri) stavolta a cercare con affanno un uomo che non solo non la vuole se non per puro capriccio, ma certamente non la merita.
Si ritroveranno da vecchi, quando disillusione e rimpianto sopraffanno ogni altro sentimento, ma il pudore li spinge a soprassedere ad ogni desiderio di disperazione plausibile e giustificato, in un mondo dove si dialoga con le macchine persino a ristorante.
Al di là della vicenda, storia di amori contrastati da avidità ed ambizione in una Cina che cresce a ritmi spasmodici e malati, Jia Zhang-ke riesce ad incantare ancora una volta grazie alla potenza del suo sguardo che riesce ad unire visioni opposte e contrarie, trovando nello stridore di ciò che contrasta e divide, la potenza di uno sguardo poetico che incanta e lascia esterrefatti.
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