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Furyo

Regia di Nagisa Oshima vedi scheda film

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La recensione su Furyo

di supadany
8 stelle

Gran bel film, questo di Nagisa Oshima, che riesce a centrare bersagli diversi e di una certa rilevanza affrontando principalmente le ingiustizie che la guerra si porta da sempre dietro, ma con a supporto i contrasti tra due culture completamente diverse e una sottile e fascinosa pulsione omosessuale (gestita davvero con gran cura e sensibilità).

Giava 1942, in un campo di prigionia il comandante Yonoi (Ryuichi Sakamoto), solitamente di pugno duro e deciso, non riesce a resistere al fascino del nuovo prigioniero Jack Celliers (David Bowie).

La vita dei prigionieri è dura e quando Jack si mette di mezzo per evitare la pena di morte di un compagno le cose cambieranno irrimediabilmente per tutti.

 

 

Pellicola affascinante nel suo essere riuscita a raccontare le gesta di uomini mossi da ideali e passioni, mettendo a stretto contatto mondi diversi, presentandone peculiarità contrastanti ed efficaci.

Soprattutto per un occidentale desta un certo interesse vedere principi, regole e scelte (vedi l’harakiri) che in film analoghi (prigionia in terre orientali) non hanno trovato una manifestazione così evidente.

Ma principalmente si tratta di un’opera contro la guerra, in cui la ferocia e l’ingiustizia sono caratteri dominanti e dove tutti gli uomini alla fine sono uguali, come dimostra la condanna finale inflitta al sergente Hara (Takeshi Kitano), a conflitto ormai terminato (commovente e sincero l’incontro con Lawrence).

Nagisa Oshima gestisce il racconto con classe, intelligenza e sensibilità le tematiche affrontate, molto attento ai dettagli e bravo anche quando devia scavando nei ricordi di Jack (ma anche lì si parla di ingiustizie e rapporti sociali), mentre il momento topico rimane il doppio bacio tra David Bowie e Ryuichi Sakamoto (a proposito, ottimo il suo tema musicale).

Film da vedere, profondo ed intenso, caratterizzato da un approccio diverso dalla media dei film incentrati sulla prigionia (anche perché qui è “solo” una questione di ambientazione).  

 

Nagisa Oshima

Riesce ad esprimere in maniera sentita, e con ottimo stile, alcune tematiche importanti.

David Bowie

Stilosa e di carattere la sua performance. 

Ryuichi Sakamoto

Elegante.

Tom Conti

Soddisfacente.

Takeshi Kitano

Il ghigno sul finale non si dimentica (così come tutte le ultime sequenze), comunque anche nella prima parte del film funziona, dimostrando già di possedere carattere.

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