Regia di Luca Mazzieri, Marco Mazzieri vedi scheda film
Luca e Marco Mazzieri rinunciano alle facili e comode classificazioni e nell’ultimo film, "Giovani", privo di “I” nel titolo, tracciano un ritratto struggente, malinconico, dolente, ma senza patetismi di una coppia di ragazzi in età adolescenziale, alle prese con la fatica di vivere. Girato in formato digitale interamente a Parma, che riconosciamo dai viali alberati, dal quartiere universitario in cui una giovane perde per sempre la sua innocenza emotiva e intellettuale, dal torrente avvolto nella nebbia fumosa, il film è una ventata di aria fresca in un circuito cinematografico dove i guru della condizione giovanile si sprecano e non perdono occasione per dire la loro. Matteo (un intenso Davide Pasti) torna da una notte brava in compagnia di un amico, aiuto-veterinario, ma spinge troppo sull’acceleratore. Dopo lo scampato pericolo si addormenta mentre la sua ospite, Juliette (Gallianne Palayret), studentessa parigina, raccoglie le muta grida di aiuto della madre di lui. Irene è una donna molto malata e per Matteo sta diventando un assillo e un peso insostenibili. Con una grazia che appartiene a pochi, i fratelli Mazzieri ci mostrano il rapporto di profondo affetto che lega madre e figlio, protagonista poi di un gesto di amore estremo. In parallelo descrivono la storia distruttiva, ma vissuta fino in fondo e ingiudicabile, di Juliette e del suo professore di lettere, uomo meschino e irrisolto. Dopo una frase che in altre pellicole apparirebbe gratuita (“È più facile credere che vivere”), il cerchio si chiude per Matteo e Juliette, che si stringeranno in un abbraccio, unica possibile salvezza alla morte di un genitore.
Bravissima e molto in parte
Bella scoperta
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