Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Non sono un fan di Spielberg, che secondo me ha fatto dei bei film e delle baracconate insopportabili, riuscendo talvolta ad inserire buone sequenze anche nelle peggiori cacchiate e sbrodolate mielose anche nei suoi film più sobri (si pensi all'idiota finale di "Salvate il soldato Ryan"). Tra i film migliori ci sono "Duel", "Sugarland Express", "Lo squalo", "Incontri ravvicinati del terzo tipo", "Schindler's List", "Salvate il soldato Ryan" (eccezionali i primi venti minuti) e "Prova a prendermi". Tra i peggiori, secondo me, la saga di Indiana Jones, "Hook - Capitan Uncino", "Jurassic Park" (un'ignobile operazione commerciale), "A.I." (ovvero come riuscire a rovinare un soggetto di Kubrick), "Minority Report". Fortunatamente "Prova a prendermi" fa parte della prima categoria, e questo anche grazie a tre interpreti impagabili. Leonardo Di Caprio, pur antipatico, è indubitabilmente bravo; Tom Hanks è probabilmente l'attore più versatile al mondo (se gli dicono di interpretare una patata sarà credibile come patata e vi fisserà con il suo sguardo da patata come domandandosi perché non lo stiate ancora friggendo); Christopher Walken (un grande sempre) è ispirato ed è una vergogna che questa prova non gli abbia fruttato un Oscar come non protagonista. La trama del film ricalca una storia vera (quella del vero Frank Abagnale Jr., che ci ha scritto un libro) ed è veramente "una storia americana", ma Spielberg questa volta se la gioca bene e riesce a "prendere" lo spettatore. Buona è l'idea di cominciare il film con la partecipazione del protagonista ad una trasmissione televisiva (riproposta qualche anno fa anche da noi, fortunatamente con scarso successo), dove non si capisce chi è il vero personaggio della storia, chi racconta la verità e chi mente meglio. Secondo me, però, quando il vero Frank dice che tutto iniziò perché aveva bisogno di soldi indica solo una parte delle ragioni che lo spinsero a fingersi qualunque cosa: la molla principale fu la volontà di non deludere gli altri, il padre prima di tutti, ma alla fine anche il poliziotto Carl che gli dà la caccia. Tanto è vero che quando Carl gli dice che non lo seguirà, Frank torna all'ovile come un agnellino. È una vera storia americana perché Frank si esercita a fare il medico guardando in tv il Dottor Kildare e a fare l'avvocato guardando Perry Mason. È una storia americana perché alla fine Frank uscirà di galera per collaborare proprio con il F.B.I. a smascherare i truffatori. È una storia americana ma stavolta Spielberg ha saputo raccontarla senza americaneggiare troppo, con la sobrietà e la credibilità che richiedeva questa storia quasi incredibile.
Mi ricordo qualche anno fa una puntata di "Un giorno in pretura", in cui un signore di mezz'età, distinto, sobrio, alto, magro, stava rispondendo con aria contrita davanti a un giudice di vari reati tra i quali truffa, false generalità e vari altri connessi per essersi spacciato, fra gli altri, per maresciallo dei Carabinieri e sacerdote. Ed effettivamente non si stentava a crederlo in abito talare (con il quale aveva confessato ed anche amministrato un'estrema unzione) o in divisa della Benemerita a fare il proprio dovere: non era infatti accusato di alcun atto che gli fosse valso qualche vantaggio economico, anzi, aveva aiutato, ascoltato, consigliato, risolto situazioni. Ma ovviamente non aveva l'autorità per farlo. Un caso analogo è quello del sedicenne Frank Abagnale Jr., fuggito di casa dopo avere saputo che i genitori si stavano separando. Il giovane Abagnale non sopporta di veder soffrire il padre, un reduce della seconda guerra mondiale con il mito tutto americano dell'uomo di successo (la storia dei due topolini caduti nella panna), né vuole deluderlo, per cui comincia a dire una serie di bugie, per sostenere le quali deve ricorrere a qualsiasi mezzo: indossare la divisa di pilota della Pan Am (ah, il fascino della divisa, che gli frutta lo "scalpo" di varie hostess e aspiranti tali), esercitare la professione medica e quella avvocatesca, fino a diventare uno dei maggiori falsari degli Stati Uniti. E gli scopi della sua vita diventano due: continuare a non deludere il padre e sfuggire alla cattura da parte del F.B.I.
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