Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Frank Abagnale fugge da casa all'eta' di sedici anni, fugge da una famiglia
oramai allo sbando, da un padre perdente, da una madre inesistente e ricrea
una propria vita, anzi piu' di una, basata su altre identita': riesce
infatti a spacciarsi per co pilota della Pan am, per dottore e avvocato ad
Atlanta e riesce infine a truffare le banche americane per svariati milioni
di dollari emettendo e falsificando assegni fino a diventare il piu' giovane
e camaleontico truffatore ricercato dall' FBI.
In una caccia che ricorda i cartoni animati di Tom e Jerry, Abagnale (un Di
Caprio sempre piu' bravo) verra' finalmente preso dall'Agente Carl Hanratti
(Tom Hanks imbolsito ma perfetto nella parte) e finira' poi,dopo quattro anni di carcere, per collaborare con l'Fbi stessa.
Questa e' la storia, vera, di Abagnale, personaggio quasi fumettistico di
un'america fine anni 60, ancora stordita dal benessere e ingenua al punto
tale da riuscire a farsi abbindolare da chi, con sguardi languidi e fascino
alla James Bond, vuole vendicare il padre deluso dall'"american dream" dell'epoca e ritagliarsi un posto al sole tra i nuovi miti del dopo guerra.
Spielberg ha fatto nuovamente centro, convince con ironia e
spettacolarita', c'e' la denuncia (come gia' in sugarland express e nei suoi
primi film degli anni 70) sul crollo dei falsi miti americani e di come si
possa rimanere schiacciati da una "way of life" capace di levarci tutto,
dignita', famiglia, amore, se non la si ricompensa con il danaro.
Nulla e' lasciato al caso in questo film, dai titoli di testa, in stile
"cocktail lounge", alle ambientazioni estremamente colorate, "plastificate"
e lisce come la moda dell'epoca richiedeva; gli spezzoni inclusi nel film
tratti dal Dott. Kildare e Perry Mason, nonche' il mito di James Bond, ai
quali Abagnale si ispirava per i suoi trasformismi, null'altro sono che i
simboli di un' america ingenua che credeva nell'apparenza e nel benessere,
in un presidente, eletto poco dopo, idealista con la faccia da attore.
Il ricordo del sogno americano, oggi infranto, ci viene riconsegnato da
Spielberg forse con un po' di nostalgia e come monito per i prossimi
giorni, bui, a venire.
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