Regia di Dover Koshashvili vedi scheda film
“Matrimonio tardivo”, film di produzione israeliano-francese, è stato presentato a Cannes nel 2001, quando ancora non impazzavano al cinema i vari matrimoni, inter-etnici e non. Prima di “Monsoon Wedding” e delle vicende della nubile trentenne Toula Portokalos o della ragazzina indiana che sogna il calcio. E dopo “East is east” e “Jalla jalla”.
L’uscita in questo periodo sa un po’ di ripescaggio e di sfruttamento di un filone che tira, dove temi seri e una volta originali (conflitti etnici e generazionali, voglia di affermare se stessi) sono trattati in chiave di divertente commedia e risolti in maniera accattivante e accomodante. Il guaio – o la fortuna, dipende dai punti vista – è che questo film prende decisamente le distanze da tutti gli altri.
Si ride anche qui, per carità. E anche qui assistiamo ai disaccordi familiari di un ragazzo cresciuto, il trentunenne georgiano Zaza, trapiantato a Caifa, dottorando in filosofia, al quale la famiglia propone e impone una serie di belle, giovani e virtuose ragazze da sposare, senza sapere che il giovane una storia già ce l’ha, non proprio canonica.
Il riso è però amaro, lo sguardo cattivo, il ritratto di una piccola borghesia perbenista attaccata alle proprie meschine sicurezze è impietoso, il giovane è ambiguo e patetico nella sua umana non eroicità e la triste realtà non trova facili soluzioni. Tutti continuano a vivere infelici e scontenti, appagati soltanto dalla loro opportunistica ipocrisia.
PS Il film ha anche l’ardire di regalare una lunga scena d’amore, credibile e vera, fuori dagli schemi cinematografici.
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