Regia di Philip Saville vedi scheda film
Gineceo di gran titillazione ormonale seppure non apertamente erotico, con la walkeriana Susan Penhaligon e l'incantevole "zeffirelliana" Judy Bowker, la seconda nella parte di Mina Harker, per una famosa e abbastanza sontuosa versione il più aderente possibile a Bram Stoker, realizzata dalla BBC e messa in onda la prima volta nel 1977.
Louis Jourdan (forse l'unico francese nel ruolo) è un buon Conte, che si porta dietro al momento del ruolo un già non indifferente bagaglio attoriale e di ruoli afferenti, congeniali, alla tenebrosa ascendenza sessuale sulle muliebri creature del vampiro della notte, e insita nel ruolo.
Una versione fascinosa, affettata e di bell'aspetto più vicina al di poco successivo Conte di Frank Langella e John Badham, che a quella dello stesso periodo di Klaus Kinski e Werner Herzog, che seppure essere lì il differente Conte Dracula "Nosferatu", è in tutto e per tutto quasi una copia carbone della corretta rivisitazione dell'esperto Philip Saville, e molto coerente con le pagine stokeriane. Elemento a discapito che più salta agli occhi, è la fotografia penalizzata dall'essere stato girato con le telecamere, che tutto fa ma certo molto poco cinema. Frank Finlay sempre valido e professionale nella parte del Professor Van Helsing, anche somaticamente spigoloso e nervoso, affine all'interprete ormai simbolo del ruolo, Peter Cushing.
Bosco Hogan invece è un pò un nottolone e come Jonathan Harker non porta su di sè tutta la tragicità del ruolo di un Bruno Ganz, anche perché essendo un adattamento fedele del libro non finisce con il portato del capolavoro herzoghiano.
Per impalamenti graficamente d'effetto e senza risparmio di emoglobina, trucchi di lenti a contatto sanguinolente, particolare violenza anche sulle protagoniste femminili, non c'è una gran distanza da un prodotto cinematografico.
Due ore e mezza di durata spesso programmate in due parti, senza cedimenti di ritmo dall'impronta di sceneggiato italiano prosaico dell'epoca.
Ampio utilizzo di esterni e ambienti, scenografie vittoriano-gotiche, buona ricostruzione in Gran Bretagna della Transilvania e dei suoi villaggi, castelli medievali. Per alcuni tra le miriadi di adattamenti cinematografici questa versione filologicamente molto corretta è una pietra miliare, e un termsine di paragone per le successive escursioni cinematografiche tra i personaggi e le vicende draculesco-vampiriche. Quasi del tutto sconosciuta in Italia a 47 anni di distanza, e forse nemmeno mai programmata nel nostro idioma.
Musiche di commento di Kenyon Emrys- Roberts che certo non hanno la valenza romantica e suggestiva delle partiture classiche utilizzate da Herzog due anni dopo.
Ted_Bundy1979
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