Regia di Andy Tennant vedi scheda film
La commedia sentimentale hollywoodiana galleggia, con molti sforzi, su uno standard narrativo che potrebbe acquistare un qualche valore (retrospettivo) tra un paio di decenni. Non ha più sceneggiatori e registi all'altezza delle situazioni o non sa più gestire situazioni che sono sempre le stesse. Anche gli attori entrano ed escono dal genere con i tratti indelebili di altre storie e questo aumenta i problemi. “Tutta colpa dell'amore” introduce una variante sudista, una devolution delle radici, una memoria storica della guerra civile imbastita per i turisti, una Rossella O'Hara nata in epoca soap. Melanie è una stilista alla conquista di New York e fa innamorare lo scapolo d'oro della città che sembra una fotocopia dell'ultimo sfortunato erede dei Kennedy. In Alabama c'è il suo passato, la colonna sonora della sua giovinezza, una famiglia modesta, un marito sposato al liceo, gli amici sempliciotti. Prima di essere di nuovo impalmata deve divorziare dal primo marito e dalla sua storia personale. E tutto andrà come deve. Il film parla più al cuore e alla sensibilità dello spettatore statunitense che a quello europeo ed è costruito sulla simpatica Witherspoon. Un’attrice che se fossimo negli anni ‘50 sarebbe stata poco più che una brava caratterista.
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