Regia di John Farrow vedi scheda film
Un uomo spunta dal nulla con il suo cane: ha perso il cavallo, è sfuggito agli Apache e trova rifugio nella fattoria dove una donna abbandonata dal marito vive insieme al figlioletto. Soprattutto l’inizio ricorda da vicino il coevo Il cavaliere della valle solitaria, con la differenza che qui non c’è un marito a disturbare l’idillio: per i primi 20’ compaiono in scena solo i tre personaggi principali. Il resto, con la solita caccia ai musi rossi, ha un’apparenza più convenzionale. Però il film resta un oggetto insolito: John Wayne non solo fa il sentimentale con Geraldine Page (al suo esordio), ma sotto sotto parteggia pure per gli indiani; gli indiani, pur restando un’entità minacciosa e continuando a esprimersi usando i verbi all’infinito, esercitano una curiosa forma di tutela nei confronti di madre e bambino; la rivalità amorosa fra i due uomini ha un esito cruento ma del tutto casuale, e non è quella che si troverebbe in un melodramma. Insomma è un western anomalo, che accosta fermenti di novità ed elementi tradizionali; per essere un film del 1953, è abbastanza coraggioso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta