Regia di Béla Tarr vedi scheda film
"Kárhozat-Perdizione" diretto nel 1987
da Béla Tarr,devo dire che mi è piaciuto
molto.
Il Film si svolge in un luogo non meglio
definito della pianura ungherese,
dove piove costantemente e raccontano
le giornate di Karrer,passate principalmente
al Bar Titanik e di coinvolgere altre persone
nella propria esistenza.
Il Film prodotto dalla Hungarian Film Institute
in collaborazione con la Hungarian Television
e la Mokép,ed è il 7° Lungometraggio di uno dei
Registi Ungheresi più conosciuti come il geniale
Béla Tarr,che questa volta ci narra una storia
di solitudine che tocca anche il Noir,e crea
una pellicola interessante e affascinante.
Infatti il regista realizza il tutto in bianco e nero,
e ci narra di Karrer,che è sommerso da problemi
di ogni tipo ed ha sensi di colpa che gli martellano
la testa,e vuole a tutti rimediare agli sbagli precedenti,
e focalizza molto e da importanza alle emozioni
dei personaggi con primi piani e agli ambienti,
con lunghissimi piano-sequenza calcolati
al millimetro e con la sua solita idea
di rendere il tutto realista il più
possibile riuscendoci.
Poi utilizza una compiaciuta lentezza per renderci
partecipi agli accadimenti del protagonista,
e del sapore e il potere dei soldi si espande,
ma si ha l'impressione che tutto il paese
cadrà in mezzo al nubifragio che l'ha
colpito in maniera pesante senza smettere
dove la pioggia batte in modo incessante,
e da molta attenzione a questo,a mio parere,
in modo simbolico che prima o poi questo
risucchia la città.
La maggioranza di tutto il complesso
si svolge al Bar Titanik e vicino,
e dove il protagonista in giornate
diverse fa sempre le stesse azioni,
e incontra persone che gli raccontano
emozioni dando un connotato poetico.
La scena che mi è rimasta impressa è
quella della cantante nel locale e dove
una dipendente le dice di stare lontano
da lei.
Da segnalare la buona direzione degli Attori
dove figurano:
Miklos B. Szekely-Gyula Pauer-György Cserhalmi
e Hédi Temessy.
invece nel reparto tecnico segnalerei
la splendida Fotografia di Gábor Medvigy
realizzata con un cupo e suggestivo bianco e nero,
le splendide musiche di Mihály Vig
e le scenografie di Gyula Pauer,
che rendono una buona e efficace
messa in scena.
In conclusione un opera che colpisce,
perché è conturbante,
e dove la pioggia continua a
scendere a fiumi nella città,
invasa dai ricatti e dai soldi e dove
prima o poi questa spazzerà tutta
la città,con un bianco nero cupo
e disturbante,ma tratta anche di
solitudine e isolamento del protagonista,
dove ha l'intento di sistemare le cose,
e riesce a miscelare tinte Noir con
contorni poetici e raggiungendo
l'obbiettivo per un finale che
ti si infila nella carne come una ascia.
Il mio voto: 7,5.
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