Regia di Hsing Lee vedi scheda film
FAR EAST FESTIVAL 26 - RESTAURI
Cine biografia, drammatica ed insieme appassionante, dello scrittore Chung Li-ho, uomo minato da salute cagionevole, e sfortunato nel riuscire ad affermarsi nel campo, amato più ogni cosa assieme alla umile consorte, della scrittura.
La tenacia dell'uomo, di estrazione borghese ma perdutamente innamorato di una lontana cugina di estrazione popolare ed analfabeta, che sfortunatamente per loro porta il medesimo cognome dello studioso, viene messa alla prova già da quando decide di sposarla contro le normative di quell'epoca a Taiwan, che lo costringono ad emigrare in Cina, adattandosi a fare il tassista.
Di ritorno nell'isola, l'uomo torna ad insegnare, ma, già minato dalla tubercolosi, finirà per morire poco più che quarantenne, dopo aver patito la scomparsa prematura di uno dei suoi sei figli, e quando la sua fama di scrittore era ancora tutta in via di definizione.
L'opera dello scrittore, infatti, venne adeguatamente valorizzata solo post mortem, grazie alla tenacia e alla fedeltà della amata consorte.
My native land racconta, con realismo e adeguati toni melodrammatici che rendono la vicenda ancora più empatica, una storia di vita che sembra stata vissuta apposta per finire raccontata per i posteri. Un film che riesce a toccare le corde dell'emozione senza strafare, diventando uno specchio veritiero di un periodo storico ormai remoto, assurgendo a prezioso strumento di documentazione storica, senza tuttavia smettere mai di raccontare e rimanere legato alla struttura narrativa incalzante, ma anche realistica e tutt'altro che retorica.
Il film, seconda opera che arriva al Feff 26 inerente la filmografia di Lee Hsing, ha subito pure esso una doverosa operazione di restiling, consacrandosi per la memoria delle future generazioni come specchio veritiero di una civiltà, una nazione ed un periodo storico ormai da tempo decorso.
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