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Beautiful Duckling

Regia di Hsing Lee vedi scheda film

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La recensione su Beautiful Duckling

di alan smithee
8 stelle

locandina

Beautiful Duckling (1965): locandina

FAR EAST FESTIVAL 26 - RESTAURI 

L'anziano Lin Tsai-tien è un allevatore di anatre che accetta di sperimentare una nuova razza ibrida che il governo di Taiwan vorrebbe integrare assieme alla specie originaria, verificando che la nuova specie possieda le caratteristiche paventate di elevata robustezza e ingente resa di produzione ovicola.

L'uomo ha un figlio maggiore che ha preferito scegliere di lasciare l'azienda di famiglia per trasferirsi in città imparando a fare il falegname, e l'uomo, vedovo da anni, vive assieme alla figlia minore, in realtà adottata da neonata a sua insaputa ed allevata come una figlia a seguito della morte dei genitori in guerra.

Il sopraggiungere nell'amena tenuta con laghetto ed anatroccoli di in giovane losco figuri, ex capo comico ora in disgrazia, che inizia a ricattare l'anziano capofamiglia minacciando di rivelare alla giovane tutta la verità celata solo per non creare traumi ad una fanciulla vissuta in serenità collaborando nella conduzione della attività di famiglia.

L'uomo, in realtà fratello naturale della ragazza, intende riprendersela affinché la sua compagna le insegni il mestiere della recitazione, approfittando della giovinezza e della bella presenza che tratteggia la giovane.

La tragedia è alle porte, ma la buona sorte saprà illuminare il bieco ricattatore, facendolo desistere nella sua truffaldina attività ricattatoria.

Beautiful duckling è uno splendido film del 1964, diretto dall'apprezzato regista Lee Hsing nel lontano 1964, e restaurato in 4K di recente, nel 2023, e per questo riportato in circolazione grazie al Feff 26. Un melodramma familiare ben condotto, incentrato su un concetto di "realismo educativo" e quasi pedagogico, ispirato alle idee di Confucio, a quei tempi privilegiato strumento di propaganda governativo.

Il film è letteralmente attraversato da un "mare" sempre agitato e starnazzante di oche molto efficaci scenograficamente, e protagoniste di grandiose scene di massa che risultano indimenticabili.

Tutto al servizio di un melodramma classico che appassiona fino a suscitare commozione, ma senza abusare di troppa retorica o vuoto buonismo.

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